Buttiamoci ancora una volta nell’epoca in cui i rullanti avevano un riverbero lunghissimo e sembravano ricoperti di acqua, nell’epoca in cui i jeans erano chiari e strappati e i capelli lunghi e ossigenati.
Nell’epoca in cui gli assolo di chitarra erano all’ordine del giorno, e il chitarrista più mediocre che potevi trovare suonava senza problemi “Black Star” di Malmsteen.
Non avete ancora capito? Parliamo degli anni ’80, e non c’è tanto da meravigliarsi, del resto anche Tom Morello in una recente intervista ha fatto notare come dall’inizio dei ’90 in poi, l’immagine e il ruolo della chitarra sia drasticamente cambiata.
D’altronde le rivoluzioni non arrivano mai per caso, e così il grunge di Kurt Cobain e Co. è riuscito a mettere una pietra sopra al virtuosismo che si innalzava sempre più di livello, da Hendrix a Van Halen, da Joe Satriani a Steve Vai, da Brian May a Nuno Betterncourt.
Ma alla fine, per fortuna, una specie di Messiah della musica ci ha salvato, altrimenti chissà dove saremmo arrivati se nessuno ci avesse dato un taglio.
Bene, dopo questo piccolo riassunto di storia della musica ironicamente rivisitata, e dalla quale si evince che adoro il grunge e i Nirvana, passiamo ai fatti.
Nel 1986 un paio di ragazzi del New Jersey, ovvero l’ottimo chitarrista Dave Sabo, The Snake per gli amici, e il bassista Rachel Bolan, fondano gli Skid Row, destinati anche loro a perire sotto l’egida del grunge, ma con un testamento fatto di dischi niente male.
Il frontman della band, che le ragazze (di allora) ricorderanno sicuramente, si chiama Sebasatian Bierk, meglio conosciuto con l’originalissimo pseudonimo di Sebastian Bach.
Oggi noi andremo ad analizzare uno dei loro brani dal titolo 18 and life del 1989.
0.01 L’arpeggio iniziale è oggetto della lezione interna a questo articolo, davvero niente male, vi consiglio di studiarlo perché potrebbe essere un ottimo spunto per colorare un qualsiasi accordo minore.
0.22 Sebastian Bach, che non c’entra niente con il Signor Johann, inizia a narrare la triste storia di Ricky, un ragazzo appena diciottenne che fatica molto per guadagnare qualche spicciolo, ma che decide a un certo punto di lasciare la scuola. E da quel momento la sua vita andrà a rotoli.
0.54 Arrivati al ritornello abbiamo già appreso di questo ragazzo ribelle che scappa di casa, come pure di un videoclip abbastanza discutibile e di un testo molto più profondo e sensato di quanto si possa pensare. E infatti l’ispirazione di Snake Sabo nello scrivere il brano è stata quella di una notizia in cui si parlava di un ragazzo in possesso di una pistola, che per errore aveva ucciso il suo migliore amico puntandogliela addosso ma pensando che la pistola fosse scarica.
2.24 Nel bridge che precede il solo abbiamo tutta la verità, troppo alcool nelle vene di Ricky, e un colpo basta per far volare via una vita.
2.33 Ecco il solo, vi invito a studiarlo in quanto anche qui troverete un paio di frasi niente male, come al solito trovate sample audio e partitura con TAB. Essenzialmente pentatonico, ma arricchito da qualche corsa sulla scala, oltre che da svariate tecniche come rake, legato, armonici artificiali e così via.
2.55 Riparte il ritornello, raddoppiato perché siamo alla fine.
Questo è quanto, vi aspetto al prossimo appuntamento!
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