Come ho già spiegato nel corso del mio primo video, non sono uno “storico del Blues” ma l’ho suonato e ascoltato più di ogni altra musica nella mia vita, oltre ad averne scritto per diverse ragioni (segui la playlist video).
Nel video di oggi esemplifico il concetto della frase “di palo in frasca”, saltando dal citare il mio amico Ernesto de Pascale che mi consigliò di leggere il libro “Il Popolo Del Blues”, a come i primi discografici ebbero probabilmente un ruolo molto più importante di quanto si possa pensare.
In questo gioca un ruolo fondamentale la figura di Robert Johnson, mitizzato ben oltre i suoi “meriti” musicali anche grazie alla celebre leggenda secondo cui avrebbe venduto l’anima al diavolo.
Ben oltre i meriti non perché non sia un musicista molto importante, ma perché è uno degli ultimi di quella specifica parte di storia ad essere registrato e perché altri prima di lui avevano già lasciato un segno indelebile.
Lui è però di sicuro uno dei più moderni e fruibili, ed è stato uno dei primi a essere stato riscoperto (soprattutto dai giovani inglesi negli anni ’60, NdR).
Si entra nel vivo del discorso e sono curioso di sapere cosa ne pensate!
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