HomeStrumentiStoriaA spasso in Inghilterra alla ricerca delle prime forme di polifonia

A spasso in Inghilterra alla ricerca delle prime forme di polifonia

In viaggio tra le terre anglosassoni dell'XI secolo incontriamo il cosiddetto "Tropario di Winchester".

XI secolo. Mentre ad Arezzo il Monaco Guido scriveva le sue importanti riforme attorno la notazione musicale, a Sud dell’Inghilterra la Cattedrale di Winchester rappresentava un centro molto importante per la cristianità anglosassone. Di conseguenza anche per tutto ciò che orbitava attorno alla musica sacra. Qui infatti viene sovente indicata la prima ubicazione di un organo in una chiesa, ma di ciò ne parleremo prossimamente.

L’intento della puntata di oggi è mostrare la timida partenza di una nuova pratica esecutiva, ovvero la Polifonia vocale, o Organum. Abbiamo raccontato della sua comparsa scritta nel IX secolo d.C. attraverso il manuale Musica Enchiriadis.
Ecco, qui a Winchester più di un secolo dopo le modalità non sembrano variare di molto. La testimonianza rimane comunque emblematica e degna di essere ricordata.
Infatti se in Musica Enchiriadis il testo si presentava come una sorta di manuale di istruzioni per intonare un canto a due voci (enchiriadis significa all’incirca manuale), qui a Winchester troviamo un testo pratico pronto per l’uso. Sto parlando del Tropario di Winchester.

Che cos’è un Tropario?

Intendiamo un manoscritto ecclesiastico contenente le letture e i canti, o più propriamente i Tropi. Nella Liturgia medievale il termine si riferisce ad un ampliamento del testo liturgico per fini espressivi e solenni. Dobbiamo pensare che i testi principali di riferimento sono quelli biblici, dall’VIII e il IX secolo vengono aggiunti o ritoccati dei brani per conferire maggiore solennità alla Liturgia.
Questo Tropario per cui contiene Tropi, Sequenze e le varie parti per intonare la Messa. Dal Kyrie all’Agnus Dei eccetera.

Quando si racconta del Tropario di Winchester ci si riferisce in realtà a due testi distinti ubicati oggi in due biblioteche differenti. Tuttavia visto che abbiamo detto che si parla anche di Polifonia, 167 Organa per l’esattezza, c’è un problema: la notazione di riferimento è ancora quella neumatica in campo aperto. Per cui non vi sono intervalli precisi di riferimento.
Come avranno fatto gli studiosi a decifrare la Polifonia scritta in tale Tropario?

Per questa ed altre curiosità vi rimando al video!

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