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The Dream Syndicate: l’album del ritorno

Dopo 29 anni Steve Wynn e la sua band tornano con un nuovo album e anche stavolta non deludono le aspettative. Dove eravamo rimasti? E' stata questa la reazione alla notizia della lavorazione e, di conseguenza, dell'uscita del nuovo album dei The Dream Syndicate, How Did I Find Myself Here?

Dopo 29 anni Steve Wynn e la sua band tornano con un nuovo album e anche stavolta non deludono le aspettative. Dove eravamo rimasti? E’ stata questa la reazione alla notizia della lavorazione e, di conseguenza, dell’uscita del nuovo album dei The Dream Syndicate, How Did I Find Myself Here?

The Dream Syndicate: l’album del ritorno

Domanda legittima, considerato che la band californiana è attiva dall’ormai lontano 1981, ma che nel 1989, dopo l’uscita del disco Ghost Stories, si sciolse per poi riformarsi nel 2012 con un conseguente lungo tour mondiale.
Li ritroviamo dunque oggi con un album che porta con sé otto brani, e che, a un primo ascolto, suscita una sensazione quasi nostalgica per ciò che Steve Wynn e soci ci regalarono qualche decennio fa.

Il disco ha come opener le atmosfere rock-melodiche di “Filter Me Through You”, dal sound che ammicca quasi ai R.E.M., seguita da “Glide” dove sono le chitarre e il loro inseguirsi a diventare protagoniste principali, caratteristica che ha accompagnato il gruppo losangelino sin dai loro inizi.

Se con “The Circle” il sound si fa più tagliente, soprattutto per ciò che riguarda sempre le chitarre, nella fattispecie molto più aggressive, con la title-track “How Did I Find Myself Here?”, dai suoi ben undici minuti di durata, ci si ritrova immersi in una lunga jam, dove la psichedelia, soprattutto nella prima parte strumentale, ci porta in una sorta di universo parallelo, creando un effetto lisergico, termine molto caro in ambito rock psichedelico.

The Dream Syndicate: l’album del ritorno

Il disco ha il suo epilogo con “Kendra’s Dream”, il cui titolo non è casuale dato che la protagonista è anche la voce della storica bassista Kendra Smith; la sua voce sognante, assieme al pathos creato da un gioco di chitarre che va lentamente in crescendo, suscita la sensazione che il sogno non sia solo di Kendra, ma anche di chi, ascoltando, si immerge in questo mondo a sé, in questo sogno, in questo sindacato del sogno.

Con il titolo del disco Steve Wynn si chiede come si è ritrovato qui; l’idea è che in realtà non si è mai smarrito.
Con questo nuovo lavoro i The Dream Syndicate riprendono il discorso interrotto quasi trent’anni fa, e lo fanno senza snaturare la loro identità e approcciandosi, senza strafare, verso sonorità e arrangiamenti più al passo coi tempi, riuscendo perfettamente nell’intento.

The Dream Syndicate: l’album del ritorno

Se il disco è di livello ottimale, la curiosità per vederne la resa “live” non fa altro che crescere a dismisura.
Per questo basterà pazientare fino a fine ottobre quando i The Dream Syndicate saranno protagonisti di due date: al Circolo Magnolia di Segrate (MI) il 26, e il giorno seguente al Locomotiv di Bologna.
Eventi a cui non mancheremo.

Piero Di Battista

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