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Corrosion Of Conformity – IX

Tornano i Corrosion of Conformity dando alle stampe "IX", il loro (appunto) nono album in studio, ormai il vecchio Pepper Keenan è sempre più perso nei suoi progetti paralleli, Down su tutti, ma ufficialmente non ha lasciato la band, che si presenta nuovamente nel terzetto originario (dopo il precedente album omonimo

Tornano i Corrosion of Conformity dando alle stampe “IX”, il loro (appunto) nono album in studio, ormai il vecchio Pepper Keenan è sempre più perso nei suoi progetti paralleli, Down su tutti, ma ufficialmente non ha lasciato la band, che si presenta nuovamente nel terzetto originario (dopo il precedente album omonimo) con Mike Dean al basso e voce, Woody Weatherman alle chitarre e Reed Mullin dietro le pelli. Cosa aspettarsi dal nuovo lavoro di una band partita come hardcore, passata per il crossover thrash arrivando allo sludge/stoner?Inserito l’album (edito per Candlelight Records) nel lettore, veniamo subito travolti dai feedback e il wall of sound poderoso di “Brand New Sleep“, traccia cadenzata e pachidermica forte di un ottimo lavoro della sezione ritmica, con un basso imponente e una batteria decisamente massiccia. Le atmosfere stoner e 70ies di chiara matrice “sabbathiana” ritornano in brani come la successiva “Elphyn“, “The Hanged Man” e nell’acustica “Interlude“, evidente omaggio agli intermezzi acustici dei padri dello stoner/doom.L’anima primordiale della band si fa sentire in “Kill Denmark Vesey“, ottimo brano hardcore in stile C.o.C, breve e devastante con Dean che si sgola dietro al microfono e prosegue in “The Nectar“, uno degli episodi migliori del disco, che unisce l’anima più hardcore della band con quella più moderna e doom. L’abilità che ha reso famosi i Corrosion of Conformity nel coniugare tante influenze e stili diversi si ritrova anche nei riff e nelle variazioni di tempo di “Trucker” e “Tarquinius Superbus“, forti di una notevole componente aggressiva e sanguigna, grazie anche al rabbioso cantato e una potenza intrinseca che colpiscono dritto come una mazzata sulle gengive.La mancanza di Keenan si avverte in alcuni tratti ma l’album nel complesso è quadrato (grazie anche ad una buona produzione che esprime tutta la potenza di cui i tre sono capaci) e i brani sono forti di un’esperienza fuori dal comune. I Corrosion of Conformity confermano di essere la solita enorme macchina da riff e che la formula del terzetto può continuare a dare soddisfazioni, creando atmosfere marce, decadenti e oppressive, riuscendo ad inquadrare meglio gli intenti della band rispetto al precedente lavoro.Ci sono alcuni episodi meno coinvolgenti di altri, ma dopo una tanto onorata carriera e tante band che possono definirli padri putativi, risulta fisiologico e si può benissimo soprassedere. Consigliato a chiunque voglia sentire ancora musica onesta e senza mezzi termini, fatta da musicisti che non cercano certo il consenso comune e che non sono disposti a svendersi. Dopotutto da una band che si chiama Corrosion of Conformity, cosa ci si potrebbe aspettare se non questo?Pasquale VaccaroGenere: Sludge, Stoner, HardcoreTracklist:

  • Brand New Sleep
  • Elphyn
  • Kill Denmark Vesey
  • The Nectar
  • Interlude
  • On Your Way
  • Trucker
  • The Hanged Man
  • Tarquinius Superbus
  • Who You Need To Blame
  • The Nectar Reprise 
  • Lineup:
    Mike Dean (basso e voce)
    Woody Weatherman (chitarra)
    Reed Mullin (batteria) Album consigliati: Animosity, Blind, DeliveranceBand simili consigliate: Crowbar, Down, Eyehategod, Superjoint Ritual, Orange Goblin