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Addio Jimi Hendrix, figlio del Voodoo

Londra. Ore 11 e 45 circa, quando il corpo di James Marshall Hendrix giunge esanime al pronto soccorso dell'ospedale St. Mary Abbot's di Kensington. Lì, dopo essere stato identificato dal road manager inglese Gerry Stickells, viene analizzato dal Dottor Seifert, medico legale, che ne dichiara ufficialmente la morte.

Ore 12 e 45. L’analisi successiva, condotta dal coroner di West London, Dottor Gavin Thurston, conferma il primo referto: a soli 27 anni, Jimi Hendrix, il più formidabile chitarrista rock della storia, muore per soffocamento dopo aver ingurgitato il proprio vomito. Il tutto causato da una probabile ntossicazione da barbiturici.

Hendrix si era addormentato qualche ora prima al Samarkand Hotel, di Notting Hill, nell’appartamento di Monika Danneman, ex-campionessa tedesca di pattinaggio e sua fidanzata di quei giorni.

Addio Jimi Hendrix, figlio del Voodoo

Monica dichiara che Hendrix ha preso dei tranquillanti per dormire. E che il medicinale ingerito (il Vesparax) era molto forte: in genere la posologia era mezza pasticca, ma pare che Jimi se ne sia ingoiate nove. La miscela di alcol, amfetamine e barbiturici ha infine prodotto lo stato comatoso dal quale non s’è più risvegliato.

Secondo Monika, lei e Jimi hanno chiacchierato amabilmente sino alle 7 del mattino prima di addormentarsi in due letti diversi. Verso le 10 e 30 lei lo ha trovato svenuto in una pozza di vomito. In preda al panico, ha telefonato a Eric Burdon (celebre cantante degli Animals e grande amico di Hendrix) che le dice di chiamare subito un’ambulanza.

Qualcuno sostiene che gli infermieri accorsi sul posto, vedendo un nero (probabilmente drogato) in stato comatoso, non abbiano fatto tutto quello che avrebbero potuto e dovuto. Anche Monika è convinta di non aver fatto tutto quello che avrebbe dovuto e potuto.

Distrutta dai sensi di colpa e travolta dalla pesante eredità spirituale, Monika Dannemann vive sino al 1996 dipingendo quadri con soggetto Hendrix nel ritiro della campagna inglese di Seaford. Proprio lì, il 5 aprile di quello stesso anno, si suicida con il gas di scarico della sua auto.
Nella sua tomba finiscono anche gli ultimi misteri relativi alla morte del “figlio del voodoo”.