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7 errori da non commettere in un crowdfunding

Il crowdfunding è uno strumento sempre più utilizzato per autofinanziare progetti indipendenti. I vantaggi sono numerosi e non solo economici, a partire dalla possibilità di promuovere le proprie idee davanti a un grande pubblico.Ma dietro a una campagna di crowdfunding di successo si cela un meticoloso lavoro di co

Il crowdfunding è uno strumento sempre più utilizzato per autofinanziare progetti indipendenti. I vantaggi sono numerosi e non solo economici, a partire dalla possibilità di promuovere le proprie idee davanti a un grande pubblico.
Ma dietro a una campagna di crowdfunding di successo si cela un meticoloso lavoro di comunicazione e promozione, tanta costanza e tantissima fatica. Per questo motivo, se non si lavora bene si rischia di veder fallire il proprio progetto.

Quali sono gli errori più comuni da evitare assolutamente di commettere in una campagna di crowdfunding? Abbiamo stilato una lista di 7 comportamenti che equivalgono a un sicuro insuccesso:

1) Non conoscere e non indagare le dimensioni della propria fanbase. La maggior parte dei fondi che si andranno a raccogliere arriveranno dai propri fan, e solo una parte, invece, da persone incuriosite dalla campagna. È fondamentale avere un’idea approssimativa del numero di persone che sicuramente vorranno partecipare, il che ci porta al prossimo errore.

2) Calcolare male il proprio potenziale. In una campagna di crowdfunding è importante porsi obiettivi realistici. Se si riveleranno troppo alti, e quindi irraggiungibili, la campagna fallirà. Non è ottimale neanche la situazione opposta: se ci si pone un obiettivo troppo basso, i nostri Raiser perderanno motivazione nel donare una volta raggiunto il quorum, e noi non avremo sfruttato al massimo il nostro potenziale.
L’esempio da seguire: gli Ex-Otago (foto di copertina), che nel 2015, consci del proprio potenziale, hanno concluso con successo una campagna ambiziosa ma perfettamente calcolata.

3) Non avere un’idea strategica di comunicazione. Arrivare impreparati e senza una strategia alla campagna comporta quasi sempre il fallimento, indipendentemente dalle proprie abilità comunicative.

4) Mettere poca cura nella presentazione del progetto e della campagna. Il pitch di presentazione di una campagna crowdfunding, sia esso testuale o video, deve riuscire a illustrare alla perfezione il progetto, rimanendo conciso e sintetico.
Lo storytelling è fondamentale, per coinvolgere il pubblico anche sul piano emotivo, come vedremo nel prossimo punto.
L’esempio da seguire: i Lou Seriol, che sono riusciti a creare un video di presentazione efficace e conciso, nonostante comunichino in tre lingue differenti.

7 errori da non commettere in un crowdfunding

5) Pensare al crowdfunding come a una semplice vendita. I Raiser devono sentirsi parte del progetto, non solo acquirenti. Una campagna di crowdfunding equivale a costruire, insieme ai propri fan, il proprio futuro artistico.
L’esempio da seguire: i Planet Funk hanno creato una campagna coinvolgente, che invitava i fan a far parte della storia del gruppo stesso.

6) Sottovalutare la comunicazione giornaliera. Il rapporto con i Raiser deve essere coltivato durante tutta la durata della campagna: comunicare ogni giorno (o quasi) è fondamentale!
L’esempio da seguire: Fabio Curto, che sulla sua pagina Facebook ha mantenuto vivo l’interesse dei suoi fan per tutta la durata della campagna.

7 errori da non commettere in un crowdfunding

7) Non crederci abbastanza. Questo ultimo punto è il più importante: nella comunicazione di una campagna deve esserci fiducia, speranza e positività. Se non credete voi nel vostro progetto, perché dovrebbero farlo gli altri?
L’esempio da seguire: Egreen, che è riuscito a portare a termine la campagna di crowdfunding musicale più redditizia in Italia, arrivando al 345% dell’obiettivo (già alto) iniziale, per un totale di più di 69000 euro.

Il crowdfunding può far decollare il vostro progetto, se curato nei minimi dettagli: armatevi di determinazione e iniziate la vostra campagna!

7 errori da non commettere in un crowdfunding

Musicraiser è la piattaforma leader del crowdfunding musicale e direct to fan service in Italia, fondata nell’ottobre 2012 ha raccolto e distribuito più di 5M di euro finanziando oltre 1200 progetti musicali.
Hanno utilizzato i servizi di Musicraiser: Bjork, Depeche Mode, Calibro 35, Ministri, Levante, CSI, Egreen, Lo Stato Sociale, Alessio Bertallot, Gianni Maroccolo e tanti altri…
Di recente Music Raiser è diventata anche etichetta discografica creando un sistema decisamente innovativo e meritocratico, scopri di più.