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Perché non si fanno mix e mastering in cuffia?

Negli ultimi tempi ho ricevuto tante richieste su come mixare in cuffia e come scegliere le cuffie per farlo al meglio. La risposta principale è non mixare in cuffia!

Negli ultimi tempi ho ricevuto tante richieste su come mixare in cuffia e come scegliere le cuffie per farlo al meglio. La risposta principale è non mixare in cuffia!

Ossia, non è corretto fare il mix in cuffia per diversi motivi tutti collegati all’errata immagine stereo che le cuffie ci danno mentre ascoltiamo.
In più, ogni cuffia ha una sua risposta in frequenza più o meno bilanciata, o sbilanciata più verso le frequenze alte o basse, che falsano spesso la percezione e quindi ci portano su una strada sbagliata.
Insomma sono più i problemi a cui andremo incontro che le soluzioni che andiamo cercando.

Le cuffie sono spesso il nostro unico modo per ascoltare musica, specialmente in questo periodo storico i mezzi di ascolto più diffusi in assoluto sono le cuffie e gli speaker blutooth Mono.
Ma in fase di Mix e Mastering è necessario avere un’immagine stereo pura su cui poter lavorare e creare la dimensione giusta per ogni strumento, voce compresa.

Iniziamo col dire cosa sia un segnale stereo: è in sostanza un’immagine audio spaziale che viene riprodotta di fronte all’ascoltatore. La combinazione e la posizione delle casse ci danno il senso dell’immagine stereo ossia destra, sinistra e centro.
Infatti proprio la posizione centrale è una immagine data da alcune porzioni di suono provenienti dalla cassa sinistra che finiscono anche nell’orecchio destro e viceversa; questo ci fa già capire che in cuffia, avendo le orecchie isolate, quello che accade nella cuffia destra non finisce minimamente nella cuffia sinistra, non ci sarà modo di ascoltare il canale centrale come è stato effettivamente creato in studio.

Perdiamo quindi il riferimento del segnale centrale e se mixiamo in cuffia rischiamo di alzarlo troppo, o nasconderlo troppo, arrivando ad un mix finale poco utile e inaccostabile proprio su apparecchi mono come le casse bluetooth, o dallo speaker del telefono o peggio con un impianto stereo vero.

In cuffia si può fare tanto altro, come ad esempio il recording, l’editing, o anche l’arrangiamento di un brano, sistemare alcuni livelli sui bassi qualora le nostre casse home li riproducano male o eccessivamente ecc.

Esistono però alcuni software in grado di migliorare l’ascolto in cuffia, primo su tutti Sonarworks Reference 4 già recensito approfonditamente in un altro video, o la nuova versione più economica True-Fi.
Incorpora correzioni alla cuffia in modo da renderla più lineare possibile, con un database di marchi e modelli molto ampio quasi sicuramente ha la correzione giusta per il nostro sistema di ascolto. Già questo limita molto i danni che potremmo fare in fase di correzione del mix utilizzando la cuffia.

Sonarworks Reference 4

Un’altro sistema è il Mixchecker Pro della Audified, che mostra un’equalizzazione per ogni dispositivo di ascolto esterno, ossia emula, grossomodo, i devices di ascolto cercando di farci capire le criticità del mix se ascoltato su altri dispositivi come casse, tv, iPad, iPhone, cuffiette, auto, radio, mono ecc.

Audified Mixchecker Pro

C’è anche chi si è spinto oltre, emulando l’effetto che le casse potrebbero avere in cuffia, ossia emulando quella porzione di suono destro o sinistro che finisce nell’orecchio opposto. Ovviamente queste emulazioni non prendono in considerazione il fatto che la testa potrebbe spostarsi anche leggermente verso destra o sinistra, ma ipotizzano uno sweetspot fisso. 

Per chi non lo sa lo sweetspot è il punto perfetto per l’ascolto delle casse generalmente identificato con l’apice di un triangolo equilatero (ne abbiamo parlato anche in questo articolo, NdR).

Waves fa una emulazione di questo sistema chiamato NX virtual mix room over headphones, che lavora anche con hardware dedicato in grado di percepire lo spostamento della testa, chiamato Headtracker.

ToneBoosters ha una sua alternativa chiamata Speaker Setup Designer Isone con cui possiamo addirittura costruire il tipo di cassa da emulare, incluso nel pacchetto BusTools piuttosto economico (49€), o Morphit con 207 profilazioni di cuffie differenti, sullo stile Sonarworks.

ToneBoosters Morphit

Infine la New Audio Technology mette a disposizione un suo sistema di mix virtuale chiamato Spatial Sound Card Pro fino a raggiungere la virtualizzazione di sistemi 7.1.

New Audio Technology Spatial Sound Card Pro

Esiste una versione hardware creata dalla SPL chiamata Phonitor 2, molto convincente ma dal costo non proprio da home recording.

SPL Phonitor 2

Sono tutti sistemi validi per la verifica del nostro mix, ma non li prenderei come riferimento per un Mix dove invece l’ambiente e gli speaker reali legati allo sweetspot nell’ambiente contribuiscono in maniera definitiva ad un coinvolgimento realistico nella fase di mix e mastering.
Il consiglio come sempre è quello di scaricare tutti i demo dai relativi siti web e provare con la propria attrezzatura in casa, l’unica vera condizionei è quella di lavorare con cuffie Pro evitando di farli girare su cuffie economiche e peggiorare ancora di più la situazione…

Le cuffie che mi sento di consigliare in questo momento sono le Beyerdynamics DT990 Pro da 250 Ohm, cuffie aperte quindi non dedicate al recording, ma con un ascolto lineare abbastanza simile a quello delle mie casse Genelec in studio.

Beyerdynamics DT990 Pro

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