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Addio, John: l’omicidio Lennon

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New York. Sono le 22.49 quando John Lennon e Yoko Ono scendono dalla limousine per far rientro al Dakota, la loro lussuosa residenza a Central Park.

Ad attenderli, di fronte all’ingresso, un gruppetto di fan tra i quali uno squilibrato di nome Mark David Chapman.

“Mr. Lennon?”.  Così, quel ragazzo attira l’attenzione del suo idolo.
In mano, stringe una calibro 38, in tasca ha duemila dollari in contanti e una copia de Il giovane Holden, il romanzo di J.D. Salinger.

Lennon fa appena in tempo a girare la testa. Un istante dopo, Chapman gli esplode a bruciapelo cinque colpi di pistola. Ferito alla schiena e al braccio, Lennon riesce a stento a dirigersi verso l’entrata del Dakota dove stramazza a terra, riverso sul fianco sinistro. “Mi hanno sparato”, sussurra.

Gli occhiali e una cassetta contenente il demo di “Walking On Thin cadono a terra. Chapman viene disarmato da un valletto del Dakota Building. Il portiere dà l’allarme. Portato d’urgenza al St. Luke’s Roosvelt Hospital da una macchina della polizia, giunta sulla scena del crimine dopo soli due minuti, John Lennon muore alle 23.07.

8 minuti dopo, Yoko Ono viene informata della morte del marito.
“Volete dirmi che sta dormendo, vero?”, balbetta, sconvolta.

Tornata a casa, Yoko, in lacrime, mette insieme poche parole per comunicare al mondo la triste notizia.
“John ha amato e ha pregato per la razza umana. Fate la stessa cosa per lui”.