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La Musica e gli strumenti nell’Impero Romano

Ottavo appuntamento di Storia della Musica: scopriamo i principali strumenti suonati nel periodo romano.

Lire, cetre, doppi aulos, sistri, crotali, corni e molti altri strumenti abbiamo nominato in queste prime puntate. È venuto il momento di conoscere meglio questi arnesi sonori. Come? Ascoltando un musicista e ricercatore che li ha ricostruiti: Francesco Landucci

In questo episodio raccontiamo della musica durante il periodo imperiale romano, ma con maggiore accortezza nei confronti della strumentazione. Landucci infatti ci permette di ascoltare gli strumenti da lui ricostruiti rendendo più tangibili i vari discorsi.
Ad esempio, non vi piacerebbe ascoltare il suono prodotto dai musicisti di questo mosaico pompeiano?

Dioscuride di Samo - Musici ambulanti (Pompei, Villa di Cicerone)

Beh, sappiate che tecnicamente è impossibile conoscere le note esatte suonate dai musici, proprio perché non abbiamo una notazione di riferimento. Ancora nel periodo imperiale non esiste una scrittura musicale definita, se non quella greca che, come vedremo, circolerà ancora per un bel po’.

In ogni caso questo mosaico pompeiano è attribuito a Dioscuride di Samo e rappresenta una scena teatrale ambulante. I musici indossano una maschera e suonano a partire da sinistra un piccolo corno ricurvo (tipo bùccina), segue una figura femminile con la doppia tibia (aulòs per i greci), ancora un suonatore di cimbali e si conclude con un grande tamburo a cornice detto tympanon.

Ora, non intendo privarvi di molto altro tempo, perché sono sicuro che la visione e l’ascolto saranno molto affascinanti.
C’è inoltre uno strumento diffuso tra i romani, che per bellezza e mistero tratteremo in un episodio a sé, mi rifersco all’Organo idraulico, o Hydraulis, in programma per la prossima settimana.

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