HomeStrumentiStoriaNuovi modi di scrivere musica nella Parigi duecentesca

Nuovi modi di scrivere musica nella Parigi duecentesca

Seconda puntata dedicata alla polifonia di Notre-Dame: oggi tocca al Conductus e al Mottetto!

Nel precedente episodio abbiamo fatto conoscenza con un periodo determinante della Storia musicale. Attorno alla Cattedrale di Notre-Dame nella Parigi del Duecento si sono susseguiti due compositori che hanno messo mano sulle regole della Polifonia medievale. Leonino e Perotino rappresentano quindi un gradino importante di questa storia.

Ciò che andremo a raccontare oggi riguarda essenzialmente le conseguenze di questo modo di fare musica. Infatti la composizione sacra si spinge verso nuove possibilità formali ed espressive. Tra queste citiamo il Conductus e il Mottetto.

L’episodio ha necessariamente uno sguardo più tecnico e analitico rispetto al solito, ma ciò non deve spaventare, perché non stiamo parlando di forme estremamente complicate ed astruse. 

Il Conductus ha una caratteristica molto curiosa rispetto alle Clausole incontrate nel precedente video: ogni voce della Polifonia è originale. In genere avevamo visto come il Tenor, ovvero la voce più grave, veniva completamente estrapolata da un brano monodico preesistente. Nel Conductus invece ogni voce è scritta ex novo. Le voci infine procedono per Omoritmia, cioè attraverso le medesime figurazioni di durata. 
Sul tema del ritmo ne parleremo meglio nel prossimo episodio.

Il Mottetto invece è un po’ più complicato da sintetizzare. Si tratta in ogni caso di una composizione polifonica destinata a divenire centrale per la musica medievale. Un tipo di scrittura che uscirà dal ruolo squisitamente sacro per abbracciare anche il mondo profano. La sua caratteristica più bizzarra? Che ognuna delle voci verrà cantata in lingue diverse. Che pasticcio!

Per ulteriori dettagli vi rimando al video!

>>> VAI ALL’INDICE DELLE PUNTATE <<<