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Compreremo ancora effetti a pedale tra 20 anni?

Stupiti dalla domanda? Eppure bisogna iniziare ora a chiedersi se l'enorme mercato dei pedali degli ultimi 20 anni può ancora sostenere se stesso per altrettanto tempo e oltre....

L’universo degli effetti a pedale per chitarra e basso ha subito una notevole espansione negli ultimi due decenni, grazie all’innovazione tecnologica e alla grande richiesta da parte dei musicisti, ma soprattutto grazie alla sfrenata voglia di avere il proprio “santo graal” del suono in pedalboard.

Il mercato globale dei pedali è stato valutato a 512,2 milioni di dollari nel 2020, ed è stato previsto che sarebbe aumentato con un tasso di crescita annuo composto del 4,5% dal 2021 al 2028, raggiungendo un valore di 719,3 milioni di dollari entro il 2028. (fonte: Grand View Research)

Il mercato è diviso in tre segmenti principali: grandi produttori, medi produttori e piccoli produttori/artigianali.
I grandi produttori includono marchi come Boss, MXR, Electro-Harmonix, ecc… mentre i medi produttori includono marchi come Strymon ed Eventide, ma anche EarthQuaker Devices e simili (stiamo quindi ancora parlando di realtà di largo respiro internazionale).

Infine, i piccoli produttori/artigianali producono pedali fatti a mano in piccole tirature. Il loro numero è davvero sterminato, da coloro che hanno messo su un’attività sulle basi di una reale esperienza e di una forte creatività, fino a coloro che probabilmente sapendo usare un saldatore hanno pensato bene di riciclare schemi e circuiti cambiando solo i colori sugli chassis…

I grandi produttori continuano a dominare il mercato, tuttavia, i piccoli produttori hanno decisamente guadagnato terreno grazie alla loro capacità di offrire prodotti personalizzati, di qualità “boutique” e con scelte estetiche accattivanti.

Photo by Terekhova – CC BY-NC-ND 2.0

Nonostante la crescente popolarità delle tecnologie digitali come gli Impulse Response, molti musicisti preferiscono ancora l’uso di effetti a pedale fisici, per la loro affidabilità, qualità del suono e sensazione tattile durante la performance.
In più, c’è sempre la GAS (Gear Acquisition Syndrome), stavolta non lo diciamo con un sottofondo ironico perché bisogna pur analizzare la cosa in maniera seria e “patologica”, come bisogno compulsivo di avere sempre l’ultima novità oppure di poter ammirare con orgoglio la propria pedalboard piena di scatolette colorate, che poi alcune di esse si usino al 99% o allo 0,1% poco importa.

Molti produttori di effetti ricercano costantemente l’innovazione sfruttando le nuove tecnologie e il design, certo non sono pochi oramai coloro che hanno incluso le modellazioni o gli IR in formato pedale, vedi ad esempio l’ultimissimo Tonex.

Il mercato degli effetti a pedale è poi altamente influenzato dalle tendenze musicali. Ad esempio, l’esplosione della musica Stoner ha portato a suo tempo a una maggiore richiesta di pedali fuzz, mentre la popolarità della musica Indie ha portato a una crescente richiesta di pedali di riverbero e delay.

In sintesi, nonostante l’avvento delle nuove tecnologie come gli Impulse Response e la crescente diffusione degli strumenti e software digitali, il mercato degli effetti a pedale per chitarra e basso sembra essere ancora molto forte e in crescita.

Pur tuttavia, la domanda è lecita: per quanto tutto questo sarà sostenibile? Oggi sembra che quasi chiunque si metta a produrre pedali riesca anche a venderli e a costruirsi una sua piccola nicchia, parlando più in specifico del settore dei piccoli produttori (dove le “nicchie” sembrano infinite).
È anche vero, però, che per molti anni i pedali sono stati il trend di mercato e le uniche tecnologie alternative erano le pedaliere multieffetto vecchio stampo, spesso odiate da chi usava i pedali.

Ora però le cose sono molto cambiate e sono anche cambiate le generazioni. Chi aveva 20 anni a inizio millennio ora ne ha 40 e magari non ha più voglia o possibilità di evolversi, cambiare. Gli attuali giovani musicisti non sono certo nati in un’era in cui l’analogico è ancora una “religione” e accettano di buon grado i nuovi sistemi, meglio se controllabili via software o addirittura dal loro smartphone.
La cosa è ben visibile anche nel mercato degli amplificatori, del resto.

guitar pedals

Ci sono, quindi, alcune sfide che i produttori di effetti dovranno affrontare nei prossimi anni,. Soprattutto coloro armati esclusivamente di saldatore e olio di gomito dovranno fare una seria analisi del proprio bacino clienti, estraendo età media e altri dati che possano fornire un panorama più definito e una proiezione per il futuro a medio e lungo termine.
Ricordiamo poi che il loro mercato ha già subito un rallentamento a causa della pandemia COVID-19 e della conseguente recessione economica globale.

I produttori dovranno essere sempre più attenti alla sostenibilità ambientale, utilizzando materiali e processi produttivi a basso impatto. Ciò sarà particolarmente importante per i produttori di effetti artigianali, che dovranno competere con i grandi produttori in merito a soluzioni e alternative per quanto riguarda i materiali utilizzati nei progetti.

Infine, i produttori di effetti dovranno anche continuare a innovare e a soddisfare le esigenze dei musicisti, sviluppando nuovi prodotti che siano in grado di soddisfare esigenze in costante evoluzione. Ciò potrebbe significare investire in nuove tecnologie, come l’integrazione di effetti a pedale con software di registrazione o l’introduzione di nuovi tipi di effetti che si adattano alle tendenze musicali emergenti.
Senza contare quanto detto sopra, ovvero l’integrazione con i mobile devices, un settore in cui un piccolo produttore non può certo permettersi di investire più di tanto in ricerca e sviluppo (sempre che ne abbia le competenze!).

impulse response

In conclusione, nonostante l’avvento delle nuove tecnologie, il mondo degli effetti a pedale per chitarra e basso sembra essere ancora florido.
I grandi produttori continuano a dominare il mercato, ma i piccoli produttori/artigianali hanno ancora un ottimo spazio di manovra, dal proprio territorio fino anche a livello internazionale, grazie al passaparola online che a volte riesce a sopperire alla mancanza di una distribuzione capillare, ovviamente però senza sognare numeri da capogiro.

Quanto tutto questo sarà ancora stabile nei prossimi anni è però tutto da verificare, considerando anche la schizofrenia del mondo musicale, che da sempre ispira chi suona a sperimentare e chi non suona a imbracciare uno strumento.

In più, ci saranno ancora i “grandi ispiratori”? Quanti pedali per chitarra sono stati venduti perché in tutto il mondo si cercava di imitare il suono di David Gilmour o di The Edge? Quante ricerche, inoltre, nel mercato del vintage? Tutto questo, tra un decennio o due, avrà ancora un senso?

Voi cosa ne pensate, tra 20 anni le vetrine dei negozi e le pedaliere dei musicisti traboccheranno ancora di scatolette colorate?
Dite la vostra nei commenti!