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Registrare la chitarra in casa: echo e delay

Le unità di ritardo, meglio conosciute come Echo o come Delay, sono una parte importante per ottenere un buon suono di chitarra, vediamo quali usare per il nostro home studio.

Le unità di ritardo, meglio conosciute come Echo o come Delay, sono una parte importante per ottenere un buon suono di chitarra, vediamo quali usare per il nostro home studio.

Quando si cerca di creare “spessore” o “aria” al nostro suono, dargli tridimensionalità, viene difficile pensare a qualcosa di diverso da un Echo, un Delay o un Riverbero.

Questa è una soluzione quasi ovvia oggi, un delay non è un oggetto così strano da concepire e in molti casi nemmeno troppo difficile da usare (molti hanno solo tre controlli) e non avere un delay o altro tipo di effetto che permette di avere un segnale “ritardato”, equivale a tagliar via buona parte dei suoni di chitarra che hanno fatto la storia.

Il mercato offre una serie immensa di opzioni con costi variabili dal molto economico al molto costoso, andando di pari passo al numero di opzioni possibili e alla qualità sonora della macchina.

Le soluzioni classiche, che darebbero una varietà “necessaria” per un Home Studio, sarebbero:

  • Un Echo analogico, o una macchina digitale che abbia una buona simulazione di un Echo a nastro o altra tipologia retrò.
  • Un Delay digitale con tap tempo, possibilmente stereo

Questo non preclude la scelta di avere anche opzioni ibride o integrate a dei multieffetti, ma per ottimizzare le spese e cercare di non impoverirci troppo il portafogli, cerchiamo quantomeno di non andare in negozio come con il carrello della spesa nel giorno di Natale.

La scelta di avere entrambi questi due tipi di “unità di ritardo” è fortemente dipendente dalle necessità di alcuni generi musicali: il suono di molte chitarre “vecchio stampo” più vicine agli anni ’60 e ’70 non venivano registrate con un effetto di ritardo nitido e preciso, ma bensì con un echo con un decadimento in coda molto diverso. La “coda” (feedback) è in pratica la quantità di ripetizioni, che in un echo hanno minore durata e meno “nitidezza” rispetto al digitale, ma anche per questo creano una magia tutta loro.
Invece un genere più moderno, necessita in molti casi di un suono più cristallino, più preciso e per certi versi più coerente.

Vediamo quindi qualche opzione da poter inserire nel nostro studio, tra quelle che ho sperimentato personalmente:

Eventide TimeFactor

Eventide TimeFactor

Il TimeFactor di Eventide è uno dei Delay più utilizzati nonostante i diversi anni dalla sua uscita, una delle motivazioni per il quale è ancora oggi uno dei must have sia in ambito live che in ambito studio è un suono molto vicino a quello delle unità rack che hanno dettato legge durante gli anni ’80 e ’90.

Il suo suono molto caratteristico e molto presente, unito a un parco di algoritmi non indifferente e alla possibiltà di essere usato come un doppio delay (gestisci delay A e delay B) lo rende uno dei più adatti (con un costo comunque meno invasivo di un originale TC 2290) nel ricreare sonorità di fine anni ’80 e inizio anni ’90.

Riesce anche a ricreare il sound di un delay più vintage, ma il solo sound del suo algoritmo Digital Delay è forse uno di quelli di cui difficilmente si può fare a meno.

Strymon Timeline

Strymon Timeline

La risposta di Strymon è diversa da quella di Eventide, i suoni che si riescono a ottenere sono sono forse “meno digitali”, ma utilizzabili per più contesti.
Il Timeline permette di accontentare bene quasi tutte le esigenze, tra tutte le opzioni in commercio è a mio parere quella che meglio rispetta l’esigenza di “poliedricità”, grazie comunque a un’ottima pulizia sonora e a degli algoritmi versatili che accontentano tutti. 

Come il TimeFactor, è un pedale assai utile nei casi in cui si abbia la necessità di agire su tanti parametri del suono e arrivare veramente in prodondità su ogni singolo settaggio.

Echofet Baby

Cicognani Echofet Baby

L’Echo analogico di casa cicognani è uno dei tanti (tantissimi!!) pedali che emulano il suono dello storico Binson Echorec 2.

Il sound che ne esce, ha una loudness più accentuata (più “caldo” per intenderci) e ovviamente code più brevi rispetto allo Strymon e all’Eventide. Ma soprattutto, ha una modulazione molto più presente grazie al controllo di “Magic of Age” che simula il deterioramento del nastro magnetico.

Se si vuole registrare un suono vintage, per ottenere il suono della chitarra degli anni ‘60 e ‘70, è un’ottima opzione in termini di costo, portabilità e gestione (a meno di non comprare un Binson vero, assai arduo per i nostri portafogli).

Korg SDD-2000

Korg SDD 2000

Una delle soluzioni più “estemporanee”, perchè il Korg SDD 2000 è una macchina molto vecchia ma che mantiene un prezzo accessibile nel mercato dell’usato (il prezzo non arriva oltre le 200 euro, nel mio caso personale neanche alla metà, ma è stato un colpo di fortuna).

Il suono è molto anni ’80, preciso e dal suono caratteristico (anche più dell’Eventide) e paradossalmente più “grosso” e “caldo” (pur parlando di una macchina digitale). Per il sound anni 80 è una delle macchina con il miglior rapporto prezzo/prestazioni che si possano acquistare.

Ovviamente non basta solo il Delay per avere un suono completo, anche le modulazioni sono una parte importante, soprattutto per le ritmiche, ma questo sarà un discorso per la prossima puntata.

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