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Blake scrive l’inno ai dischi in vinile

Inutile ripeterlo, il mercato del vinile è riesploso. E con lui le leggende metropolitane, gli atroci quanto inutili dibattiti sulla qualità della musica, il ritorno in molte case di giradischi, puntine e voluminosi scaffali pieni di dischi (per i quali la sola Ikea ringrazia viste le vendite di un modello specifico

Inutile ripeterlo, il mercato del vinile è riesploso. E con lui le leggende metropolitane, gli atroci quanto inutili dibattiti sulla qualità della musica, il ritorno in molte case di giradischi, puntine e voluminosi scaffali pieni di dischi (per i quali la sola Ikea ringrazia viste le vendite di un modello specifico che quasi stava cadendo in disuso qualche anno fa…).

In tutto questo, arriva il cantautore Blake che pubblica quello che potrebbe essere l’inno di i nuovi vinilomani, intitolato “Vinyl Junkie” (letteralmente “drograto/ossessionato dai vinili“).

Si tratta di una canzone pop leggera, di quelle da canticchiare sotto la doccia. E per questo, funziona. Le parole si ricordano facilmente, anche perché esprimono concetti piuttosto elementari (la-la-la compresi).
Ma nelle parole si nascondono anche concetti molto cari ai grandi appassionati dei solchi, come “I examine labels” (cioé quando vengono esaminate etichette e codici per scoprire di che stampa si tratta) oppure “It’s my pension plan” (la mera scusa che tutti si ripetono all’acquisto di un vinile raro e costoso…).

Insomma tutto molto divertente…
Ma la cosa più esilarante è un’altra: Blake la sua canzone l’ha pubblicata solo in formato digitale o compact disc