Non capita tutti i giorni di vedere e ascoltare quattro musicisti sensazionali e di fama internazionale, tutti insieme sullo stesso palco, Ciro Manna, Dave Weckl, Richard Bona e Mica Lecoq formano “Fusion Experience” e Mercoledì 30 Aprile hanno incantato il gremito pubblico del Crossroads Live Club.
La perfetta fusione dei loro stili musicali ha portato alla creazione di una scaletta variopinta e che presenta elementi di Jazz, Blues, Funk, African Music e Rock.
“Swunk” di Dave Weckl apre le danze e permette al pubblico di capire subito che il concerto sarà ricco di interplay e che il termine “Fusion” riassume perfettamente il carattere dello show.
A seguire, “Te Misea” di Richard Bona ha trasportato il pubblico in territori ricchi di melodie e groove ispirati alla tradizione camerunense.
“Eternal”, una composizione di Mica Lecoq, ha portato il focus su atmosfere eteree, con un tocco moderno e sperimentale. Il brano ha offerto a Lecoq ampio spazio per esprimere la sua visione sonora, tra pianoforte e synth vellutati.
Con “101 Shuffle” il quartetto è tornato su territori più energici: un brano ricco di groove, di grande impatto, con un tema super cantabile eseguito da Manna, Weckl ha dimostrato ancora una volta la sua maestria assoluta alla batteria, muovendosi tra shuffle e accenti in controtempo con precisione e groove sensazionale.
“Les Havrican”, ancora firmata da Lecoq, ha rappresentato un ponte tra jazz e suggestioni world, con influenze africane e caraibiche che si sono fuse in un paesaggio sonoro coinvolgente e dinamico.
Il primo tributo della serata è arrivato con “Some Skunk Funk” dei Brecker Brothers, un classico della fusion suonato con grinta. Il brano, ricco di frasi sincopate e dall’impegnativa struttura armonica, ha messo in luce l’eccezionale affiatamento del gruppo, con un Ciro Manna che si è espresso liberando tutto l’animo rock nell’assolo.
Si torna alle origini africane con “Mut’esukudu” di Bona, melodie e dinamiche più intime, qui la band ha saputo creare un’atmosfera quasi ipnotica, sostenuta dalla voce magnetica del bassista-cantante, il groove sul rullante con le spazzole rende il tutto più morbido e permette alla voce di Bona di spaziare e ammaliare il pubblico.
“Please Don’t Stop”, sempre di Bona, dal carattere più pop-fusion ha un ritornello davvero accattivante e un groove irresistibile, è stato accolto con entusiasmo dal pubblico che seppur seduto, non riusciva a stare fermo grazie al groove travolgente del brano.
Brano che chiude la scaletta è “Rainfall” di Ciro Manna, dall’album “Feel ‘n’ Groove” con l’armonizzazione del tema cantata da Richard Bona.
Il bis ha visto salire sul palco il trombettista Gianfranco Campagnoli per un secondo tributo, questa volta a Jaco Pastorius, con il brano “Fannie Mae” che ha portato alla chiusura perfetta del concerto.
Nel pomeriggio abbiamo avuto modo di intervistare la band che ci ha mostrato innanzitutto la loro strumentazione, ma abbiamo anche avuto modo di interagire di più sull’aspetto umano e musicale.
Vederli così coinvolti e contenti di essere insieme su quel palco e nel van che li porta verso le varie città dovrebbe far riflettere chiunque volesse intraprendere questo tipo di carriera.
Musicisti che alle spalle si portano decenni di tour e palchi (e dischi) davvero mastodontici che si riuniscono per divertirsi suonando brani di ognuno di loro come se fosse davvero una delle prime loro grandi esperienze.
Aver avuto l’occasione di passare qualche momento con loro e di ascoltare i loro pensieri e la loro visione di musica ha senz’altro arricchito il mio essere musicista e persona, vederli così divertiti sul palco e pronti a scambiare battute tra loro e col pubblico è stata un’esperienza impagabile.
Ultima chicca, ecco a voi il bellissimo reportage fotografico realizzato da Thomas Colasanti!
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