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Forse c’è ancora tempo per la Musica Ribelle

La grande musica italiana è stata fatta da musicisti con le idee chiare e la voglia di rompere gli schemi, uno di questi è Eugenio Finardi.

La grande musica italiana è stata fatta da musicisti con le idee chiare e la voglia di rompere gli schemi, uno di questi è Eugenio Finardi.

Giovedì sera abbiamo ospitato sui nostri canali una stupenda diretta con alcuni musicisti che hanno fatto la storia della musica italiana, Musica con la M maiuscola, quella che oggi forse è ancora ritenuta sbadatamente di nicchia da molti, ma che dovrebbe essere sempre in cima ai nostri ascolti.
Così, abbiamo parlato per quasi 3 ore con artisti del calibro di Patrizio Fariselli (Area) e con il mitico cantautore italiano Eugenio Finardi, uno dei fautori della cosiddetta “musica indipendente“.

Cos’è la musica indipendente? Eh, che domanda…
Certo non è gran parte dell’attuale “indie”, un prodotto (parola non a caso) men che meno simbolo di libertà e indipendenza, se non nel suo strato più sottile, più effimero per certi versi.
Negli anni ’70, ma sicuramente almeno fino ai ’90, l’Italia è stata la patria di tanta, tantissima musica “libera”. Libera, cioé, da condizionamenti di produttori e grandi major discografiche.

Su queste basi nacque la Cramps, etichetta che prese subito a cuore il lavoro di Finardi, ma a dire il vero nata, oltre che dall’operato del mitologico Gianni Sassi, anche dalle stesse intenzioni degli artisti che vi facevano parte, a iniziare dalla superband Area, i cui componenti ritroviamo non a caso in molti album di Finardi stesso.

Compreso questo Sugo che vi riporto oggi alla luce, l’album di “Musica Ribelle“, ma anche l’album di “Voglio“, di “Quasar” e di altri brani che sono tutti delle perle dal punto di vista compositivo, frutto di quella libertà musicale che prendeva a piene mani dalle nuove correnti d’oltreoceano, con l’uso di strumenti, timbriche e arrangiamenti del tutto particolari.

Oggi esiste ancora la Musica Ribelle?
Non so, dovremmo identificare bene “ribelle rispetto a cosa”… ma sicuramente ci vorrebbe molto più “sugo” a volte.
Buoni ascolti!