Preamplificatore versatile e finali mono con ingressi XLR o RCA, questo trio può essere la scelta definitiva dell’appassionato amante di un suono non aggressivo, riposante, ma potente e perentorio. Consigliato un pre-phono separato se gli si collega un giradischi di classe.
Dopo l’apprezzata prova dell’integrato Exposure 2510, l’attenzione si sposta su un sistema più articolato ma di dimensioni compatte: il preamplificatore Exposure XM7 e i finali monofonici XM9, elementi della serie XM (Exposure Mini), pensata per offrire componenti hi-fi di qualità in formato ridotto.
L’intento è chiaro: coniugare prestazioni elevate e ingombro contenuto, andando incontro alle esigenze di chi ha spazi domestici limitati ma non vuole rinunciare a un ascolto di livello.
Dal punto di vista sonoro, l’unione di pre + finali conserva l’impronta tipica di Exposure: bassi caldi, una gamma media dettagliata ma mai eccessiva, alti ariosi e una scena sonora ampia, soprattutto in larghezza. La profondità dell’immagine, invece, è meno pronunciata, con gli strumenti che tendono a restare su un piano arretrato. Tuttavia, il risultato complessivo è coinvolgente e ben bilanciato, soprattutto utilizzando ingressi linea e sorgenti digitali esterne di qualità.
Il DAC interno dell’XM7 si è dimostrato sorprendentemente valido, con una resa vivida e naturale anche in confronto a sistemi UPnP/DLNA. Meno convincente, pur rimanendo valida, la sezione phono MM, che non raggiunge lo stesso livello di raffinatezza delle altre sezioni.
Exposure XM7 e XM9 rappresentano una soluzione intelligente e ben riuscita, perfetta per spazi ridotti ma con ambizioni sonore elevate.
Il prezzo totale del trittico (XM7 a 2.170 euro + XM9 a 2.970 euro la coppia) è sicuramente importante, ma proporzionato a quanto offerto in termini di costruzione, musicalità e praticità.
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