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#bauliinpiazza

Tornano i Bauli in Piazza, oggi a Roma

La manifestazione pacifica dei lavoratori dello spettacolo è oggi a Roma, dopo più di un anno di fermo di tutte le attività dei professionisti.

Siamo al 419° giorno da quando centinaia di migliaia di lavoratori del mondo dello spettacolo hanno subito lo stop delle loro attività, con gravi conseguenze economiche per tutti i loro nuclei familiari, non arginate da adeguati provvedimenti e aiuti da parte delle istituzioni.

I #BauliInPiazza (APS Bauli in Piazza – We Make Events Italia) li avevamo già visti a Milano 6 mesi fa, ma da allora non sono stati fatti significativi passi in avanti. Ricordiamo che la protesta, assolutamente pacifica e con una simbolica enorme distesa di flight case, non chiede la cieca riapertura delle attività “a qualsiasi condizione”, poiché l’obiettivo non è certo sottovalutare la pandemia o rischiare di aggravare le condizioni di salute del Paese.

Una riforma del settore necessaria

La manifestazione, prevista oggi 17 aprile a Roma in Piazza del Popolo, vuole ribadire al governo le richieste sui fondi e sostegni economici, la creazione di un tavolo di discussione che porti velocemente a delle mosse significative, anche in vista della ripartenza visto che sono oramai iniziate le campagne di vaccinazione, per quanto a rilento (e spesso malgestite).

Chiaramente, i professionisti dello spettacolo non sono gli unici lavoratori in Italia ad aver subito delle gravissime perdite economiche, ma bisogna anche puntare il faro su un Paese che fino a prima della pandemia ha sempre avuto difficoltà, per non dire totale disinteresse, ad inquadrare in maniera più seria e regolamentata talune professioni, dagli artisti ai tecnici.
Questo ha creato un sottobosco di situazioni fiscali e professionali che in taluni casi non sono neanche riuscite ad avere i requisiti per rientrare in alcuni degli aiuti stanziati gli scorsi mesi, comunque piuttosto esigui e sporadici per una normale sussitenza familiare.

Bisogna dire che da quando si è insediato il Governo Draghi e soprattutto dall’inizio delle vaccinazioni, qualche spiraglio si inizia a percepire e se le condizioni generali continueranno a migliorare si parla di riaperture e raddoppio delle capienze.
Il Ministro Dario Franceschini, si è espresso in maniera solidale con la manifestazione ed ha dichiarato: “Ringrazio tutti quelli che saranno in piazza, i messaggi che arrivano dal mondo dei lavoratori dello spettacolo sono molto utili“.

Le richieste dei professionisti dello spettacolo

Le richieste restano le stesse che erano state avanzate 6 mesi or sono a Milano:

  • Immediata istituzione di un fondo da erogare in soluzioni mensili a tutte le lavoratrici e i lavoratori dello spettacolo ed eventi, sia subordinati discontinui che autonomi, che coprano il periodo gennaio-dicembre 2021, per garantire una soglia minima di continuità di reddito 
  • Immediato sostegno economico per le imprese della filiera basato sul fatturato annuo legato a spettacolo ed eventi
  • Immediata calendarizzazione di un tavolo interministeriale che, su parametri prestabiliti, imposti i modelli graduali di ripartenza del settore, per dare una visione prospettica e agibilità imprenditoriale
  • Immediata azione di Governo che affronti la riforma del settore con particolare riferimento alla previdenza e all’assistenza delle lavoratrici e dei lavoratori, attraverso una concreta calendarizzazione di un tavolo interministeriale.

L’unione fa la forza

Insieme al movimento dei #BauliInPiazza, a Roma ci saranno anche altri due associazioni: “La Musica Che Gira” e “U.N.I.T.A.” (Unione Nazionale Interpreti Teatro e Audiovisivo), che riuniscono gli artisti di Musica, Cinema, Teatro e in generale di tutto il settore audiovisivo.
Queste due sostengono la campagna “I Diritti sono uno Spettacolo“, che fa leva su un cambiamento radicale e definitivo del settore dello spettacolo grazie a una nuova legge sul lavoro e una una riforma sul riconoscimento degli spazi culturali e sulle imprese.

I diritti sono uno spettacolo

Noi di Musicoff ci uniamo a queste richieste, perché è davvero arrivata l’ora di dire basta alla miriade di intrecci fiscali e professionali che regolano la vita di chi lavora nello spettacolo e soprattutto basta al vecchio e anacronistico adagio che recita “sì, ma che lavoro fai?” – fonte di ogni successivo disinteresse – ogni volta che ci si presenta come artisti o professionisti della Cultura, in special modo quella Musicale.