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Cosa ci facevano centinaia di bauli in piazza a Milano

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Ieri centinaia di bauli, di quelli che si usano nei tour musicali per trasportare le apparecchiature, sono comparsi in Piazza Duomo a Milano, ecco perché...

Sono oramai mesi che ripetiamo, noi tutti operatori della comunicazione nel settore musicale, che da quando è iniziata la pandemia del COVID-19, con successivo lockdown e blocco degli eventi dal vivo, una delle crisi più nere ha colpito il settore dei lavoratori degli spettacoli dal vivo, che si tratti di musica, teatro o altro.
Chiaramente, la coscienza civile ci obbliga ad accettare che vengano prese delle misure, anche forti, per contenere la diffusione del virus.
Pur tuttavia, sconcerta che una fetta così grande di lavoratori sia ancora, dopo mesi, lasciata in una sorta di limbo dalle istituzioni che faticano a prendere delle decisioni sia riguardo al sostentamento delle famiglie in emergenza, sia per l’applicazione di metodi che consentano quantomeno di far ripartire il settore in sicurezza, quando invece per altre categorie di “intrattenimento” si sono create situazioni davvero paradossali neanche molte settimane fa.

Attualmente, ci sono circa 570.000 lavoratori fermi. Per questo già grande numero va ovviamente calcolata una media numerica di relative famiglie che traevano sostentamento da tali attività professionali.
Di conseguenza, durante questo triste 2020 i professionisti dello spettacolo hanno cercato di collaborare creando nuove realtà come #ChiamateNoi, “un insieme di professionisti dello spettacolo e degli eventi che ricopre a 360 gradi tutte le competenze necessarie per la costruzione da zero di un evento e/o una struttura anche complessa, atta ad accogliere pubblico e grandi folle, o emergenze.

Bauli in PIazza nasce come un movimento orizzontale. Lo è, lo sarà finché resterà attivo. Abbiamo aperto a tutti e tutti…

Gepostet von Bauli In Piazza am Sonntag, 11. Oktober 2020

Ieri, Sabato 10 ottobre, a Milano c’è stata, anche sull’onda di simili manifestazioni all’estero, una “chiamata ai bauli” in Piazza Duomo per protestare pacificamente nei confronti di una situazione che è oramai ben oltre l’insostenibile.
Ci teniamo a ribadire che la protesta è stata pacifica, ordinata (ordinatissima anche esteticamente parlando, creando uno spettacolo visivo non da poco) e soprattutto civile e in sicurezza, con uso di mascherine, distanziamento e tutto ciò che è mancato in questi stessi giorni ad altre forme di protesta in piazza, di sicuro ben più “colorite”.

Così, più di 500 bauli e relativi lavoratori si sono fatti sentire sotto il sole autunnale per chiedere una mossa più forte e coraggiosa per un settore che, inspiegabilmente, è sempre lasciato come fanalino di coda, pur rappresentando centinaia di migliaia di professionisti e, volendo scendere a un mero ma pur importante fattore economico, anche un business che è tutt’altro che da poco nel nostro Paese.

Un unico settore, un unico futuro.Oggi saremo in tanti in piazza Duomo a Milano in rappresentanza dei 570.000…

Gepostet von Bauli In Piazza am Samstag, 10. Oktober 2020

Un unico settore, un unico futuro” era lo striscione che campeggiava, slogan sotto il quale non rientrano solo imprenditori e artisti, perché per la maggior parte parliamo di fonici, tecnici luci, facchini, roadies e tecnici o manodopera di vario genere, nonché tutti coloro che si occupano di organizzazione, assistenza, amministrazione e quant’altro.

Prima di tutto, andrebbe ricordato che senza arte rischiamo di inaridire, velocemente.
Ma se a qualche lettore più cinico questa visione può sembrare troppo romantica, allora lo riportiamo coi piedi per terra dicendo che qui stiamo parlando di persone che in qualche modo come tutti noi devono arrivare a fine mese, con tutte le difficoltà del caso.
In un periodo in cui i bonus sono a molti inaccessibili per cavilli burocratici (e perché siamo ancora in un Paese in cui il lavoro è sottoposto a decine di formule e formulette, contratti e contrattini, triangolazioni ridicole e temporaneità fallaci…), in cui le bollette non fanno altro che aumentare di prezzo e costare vergognosamente il doppio di quello che consumiamo, in cui i figli non hanno smesso di crescere e avere dei naturali bisogni e molto altro ancora.

Si chiede quindi al Governo, anche in vista dei nuovi decreti, di trovare il modo di attuare delle norme che possano riattivare il circuito dello spettacolo, seppur in sicurezza e con regole precise.
Si chiede che più di mezzo milione di persone non siano un fanalino di coda, che la loro “pratica” non venga messa da parte per “quando sarà”.
Perchè, davvero, non c’è più tempo.

Musicoff sostiene la protesta dei #BauliInPiazza