Quando nell’anno 476 d.C. si conclude la lunga parabola dell’Impero Romano, di certo non possiamo dire la stessa cosa sulla sua controparte orientale. Infatti l’Impero Romano d’Oriente avrà un altro millennio da godersi.
Nei manuali scolastici, quando si fa riferimento a questo Impero, non troviamo scritto l’appellativo “romano”, bensì “bizantino”. Tuttavia quando si affronta un argomento del genere va tenuta in forte considerazione l’eredità culturale tramandata. L’Impero Bizantino con capitale Costantinopoli rappresenta l’antica cultura romana. Vi è quindi una evidente continuità culturale col mondo Latino, e di conseguenza anche Greco.
Fatte queste doverose premesse possiamo passare alla Musica “bizantina”.
Musica che arriva da est
Come potete immaginare non sappiamo granché di questo mondo sonoro, ma considerando quanto detto fino ad ora sulla musica Greca e Romana possiamo quantomeno immaginarci il bagaglio che questo Impero ha conservato. Infatti molta della cultura teorica musicale greca si è tramandata ad Oriente.
Così come molti strumenti, che mentre sul versante Occidentale son caduti nel dimenticatoio, qui hanno continuato a far parte del cerimoniale di corte.
In ogni caso l’argomento di questo primo appuntamento si concentrerà sulla notazione musicale bizantina.
Non so se ricordate, ma due episodi fa avevamo parlato della nascita della scrittura musicale. In particolare con riferimento ai Neumi, quelli strambi segni che diverranno le note moderne.
Sul versante Occidentale hanno iniziato a spuntare attorno al IX secolo, in epoca Carolingia. Bene, oggi avremo modo di vedere come pure ad Oriente presso i Bizantini si formi nel medesimo periodo un tipo di scrittura non del tutto diversa dai neumi. Mi riferisco alla notazione Ecfonetica.
Per magnanimità vi lascio qui sopra due immagini (cliccate su di esse per ingrandirle) per confrontare i due sistemi. Per tutto il resto vi invito calorosamente a visionare il video.
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Caro collega
Grazie per questa forma popolare di insegnare la storia della musica (sempre interessante). Però da tanti dettagli (anche importanti) che sta menzionando, mi chiedo che cosa resta nella memoria dell’auditorio e non sono convinto che tutti qui sanno davvero che cosa è (per esempio) «eucaristia» (oggi siamo al livello che dobbiamo anche spiegare agli studenti che il cristianesimo non viene da Roma, mai dai semiti nell’Oriente, almeno parla qualche volta dell’Antiochia, ma non si perde per Costantinopoli, perché sono due patriarchati diversi che esistono fino a oggi).
Solo una cosa, perché qui si concentra al confronto tra la notazione ekfonetica come quella ‘bizantina’ e quella ‘occidentale’ dei neumi. Abbiamo sia a Roma come a Costantinopoli le due notazioni ekfonetiche nei lezionari, e quella melodica nei libri del canto (come antifonario e graduale in Italia, o antifonario invernale e antifonario estiva a Milano, o libri bizantini del canto che seguono il troparologhion come irmologhion e sticherarion che hanno una notazione e i libri del rito di Costantinopoli kontakàrion per i solisti ed il libro del coro asmatikòn, o il kontakàrion-asmatikòn a Messina, che in Italia sono già «tradotto» nella notazione dello sticheràrion, però avevano in originale, purtroppo non conservato, una notazione gestica che usa segni per indicare la cheironomiai dei precantori).
La notazione ekfonetica neanche è bizantina, ma esiste anche dai copti e parlando dell’origine ebrea sarebbe forse utile dire che viene proprio dalla cantillazione del Tanakh (quindi la recitazione elaborata delle parti poetiche del Vecchio Testamento).
Sarebbe un sogno leggere questa tipologia di commenti più sovente. Grazie!
Come replicare. Hai ragione! Posso dirti che il trovarsi da questa parte a raccontare ambienti così vasti, intricati e ricchi di insidie non è semplice. La semplificazione di trame intrecciate come la “Musica Bizantina” comporta delle mancanze d’informazioni, talvolta anche piuttosto importanti. Ahimè, non avendo sempre chiaro il tipo di pubblico che ascolterà diviene assai arduo immettere alcuni elementi piuttosto che altri. Certamente i punti che hai toccato sono di primaria importanza. L’argomento è follemente interdisciplinare e tenere assieme le varie sfumature è prezioso. Grazie per le tue delucidazioni!
Riprenderò il tema in qualche futuro episodio!
Un caro saluto,
Elia