HomeStrumentiStoriaLa Mano Guidoniana e le tecniche musicali del Medioevo

La Mano Guidoniana e le tecniche musicali del Medioevo

Nuovo appuntamento con la Storia della Musica alla ricerca di una delle più iconiche mnemotecniche medievali.

Col precedente episodio abbiamo messo a fuoco uno dei personaggi più importanti per la musica dell’anno 1000, ovvero Guido d’Arezzo. Un monaco benedettino la cui fama è resa indelebile dall’uso dei righi nella notazione e ovviamente il nome delle note come le conosciamo noi oggi.

Tra le tante attribuzioni e meriti conferiti a Guido vi è anche una particolare tecnica usata per memorizzare gli intervalli tra le note; mi riferisco alla cosiddetta Mano Guidoniana.

In questo caso è più complicato localizzare un autore preciso, in quanto negli scritti di Guido non vi è traccia. Rimane comunque una verosimile conseguenza del suo operato teorico e didattico.

La Mano Guidoniana

mano guidoniana

L’immagine che state vedendo è posteriore al periodo di cui vi sto parlando, lo possiamo comprendere dal tipo di notazione sovraimpressa, ma proprio per sottolineare come l’uso di tale tecnica perdurerà fino al Rinascimento. Ok, dunque in che cosa consiste tale disegno?

Nonostante il graduale sviluppo della notazione l’apprendimento mnemonico rimaneva sempre il prediletto. In questo caso mi riferisco con precisione all’apprendimento degli intervalli. La Mano serviva proprio come riferimento mnemonico per i cantori dell’epoca.
Spiego velocemente, poi consiglio a visione del video.

In questa mano possiamo vedere come partendo dalla punta del pollice vi sia scritto Gamma/Ut. Scendendo A/Re, B/Mi e così via proseguendo in orizzontale facendo infine il giro tra le falangi come una spirale. Per avere un riferimento a noi più vicino dobbiamo fare affidamento alle lettere iniziali, Gamma, A, B, C, D ecc. Quelle si riferiscono alla “scala” diatonica ascendente, o meglio alle varie altezze che conosciamo noi oggi, con riferimento ai nomi anglosassoni delle note.

Dunque le sillabe “re”, “mi”, “fa” ecc che cosa sarebbero? Esse riprendono il concetto di esacordo e solmisazione introdotto nella precedente puntata. Come vedete, dal numero 4, cioè dalla “C” si accavallano due sillabe “Fa” e “Ut”. Per comprendere bene questo discorso apparentemente aggrovigliato vi invito ora a visionare il video. Attraverso esso proveremo ad imparare ad utilizzare questo strano e antico metodo molto in voga tra i cantori del Basso Medioevo.

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