HomeStrumentiChitarra - Test & DemoStrymon Mobius e le modulazioni Chorus e Flanger
Strymon Mobius

Strymon Mobius e le modulazioni Chorus e Flanger

Chorus e Flanger sono tra le modulazioni più conosciute e per molti anche le prime con cui si ha a che fare, come le gestisce il Mobius?

Il Chorus è da quasi mezzo secolo una delle modulazioni più utilizzate nel mondo chitarristico, un suono che ha effettivamente caratterizzato un’epoca e un genere (basti pensare cosa ha rappresentato per l’hard rock negli anni ’80), e ancora oggi è un must have nella pedaliera di qualsiasi chitarrista.
Ma come funziona il chorus?

Presto detto, la struttura dell’effetto consiste in un “mixer” che raggruppa, oltre al segnale di ingresso , una o più voci da esso ricavate mediante l’utilizzo di linee di ritardo. Il suddetto mix riunirà pertanto più segnali audio, con fase e altezza leggermente differenti, generando così la sensazione di più sorgenti simultanee.

Il tempo di ritardo viene generalmente modulato con un oscillatore a bassissima frequenza (LFO – Low Filter Oscillator), in modo da applicare quello che in fisica viene chiamato effetto Doppler (come quando sentite il suono della sirena dell’ambulanza che vi passa davanti), così da alzare e abbassare gradualmente il pitch e provocare piccole differenze di fase.

Strymon Mobius

Nel caso dello Strymon Mobius parliamo di un chorus digitale, quindi tutto avviene attraverso il convertitore AD/DA del pedale, che insieme al processore principale si preoccupa di ottenere le diverse modalità di suono.

Per quanto riguarda queste ultime, abbiamo:

  • dBucket – Chorus classico che simula il sistema analogico, molto anni ’70
  • Multi –  Utilizza tre circuiti di tipo dBucket per ottenere più spazialità, rende molto su setup stereo perchè la distanza tra i tre tap permette di avere più aria tra una modulazione e l’altra
  • Digital – Suono moderno più flat e leggermente meno ampio
  • Vibrato – Modalità vibrato come era presente nei vecchi chorus a pedale e nelle loro riedizioni attuali 
  • Detune – Chorus con una percentuale di pitch shifting applicato verso una tonalità più bassa

Il controllo dei parametri dedicati invece non è molto ampio, ma riesce a permettere un’ulteriore rifinitura del suono, infatti abbiamo:

  • Parametro 1 – Mix: miscelazione tra il segnale dry e il segnale effettato
  • Parametro 2 – Tone: controllo di tono per avere code più scure o più aperte
  • Parametro 3 – Mode: sceglie la modalità tra quelle sopracitate

Come timbro sonoro è un chorus classico che arriva a un sound vicino agli anni ’80-’90 e si ferma probabilmente lì, inoltre non emula il tri-chorus, una sonorità molto ricca la cui mancanza a molti amanti dell’hard rock vecchio stile potrebbe far storcere il naso.

Se si dovesse paragonare a un timbro già conosciuto, come fondamenta siamo in una via di mezzo tra un BOSS CE-2 e un MXR Analog Chorus, quindi in entrambi i casi due chorus molto riconoscibili (a parte il soffio del CE-2, ma per alcuni è quasi una cosa in più).

La forbice di suoni che copre lo rende utile per la Jazz Fusion, il Pop, molti sottogeneri del Rock, forse meno per quei generi più alternative.

Strymon Mobius

Parlando invece del flanger, non si discosta in maniera troppo netta dal chorus, infatti molto spesso le nomenclature sui pedali sono chorus/flanger o chorus/vibrato.
Ma cosa fa il flanger di diverso?

Il flanger, attraverso una linea di ritardo con tempi sensibilmente elevati (sulle decine di millisecondi), fa passare il segnale a cui noi vogliamo applicare questo effetto: il segnale ritardato viene miscelato col segnale originale dando luogo alla cancellazione di quelle frequenze che si trovano in opposizione di fase (in pratica, un effetto di Comb Filtering).

Il suono risultante presenta quindi dei picchi di risonanza e dei punti di “assenza” del segnale audio, modulando il tempo della linea di ritardo mediante un LFO con periodo molto lungo (sotto il secondo). L’effetto ottenuto è non molto dissimile da quello di un aereo in partenza (infatti alcuni vengono chiamati Jet Flanger).

In più, introducendo una percentuale di feedback sulla linea di ritardo, dati i tempi molto lunghi impiegati, si produce un aumento del fattore di merito (o per gli amici il Q) giungendo progressivamente ad un effetto Larsen.

Strymon Mobius

Come per il chorus, anche del flanger abbiamo diverse modalità utilizzabili:

  • Silver – Classico flanger stile Electro Harmonix anni ’70
  • Grey – Flanger leggermente più moderno e con un LFO modificato
  • Black+ – Suono da flanger classico con Regeneration positiva
  • Black- – Come il black precedente ma con Regeneration negativa
  • Zero+ – Flanger molto neutro con Regeneration positiva
  • Zero- – Come lo zero precedente ma con Regeneration negativa
  • Parametro 1 – Regeneration: Gestisce il feedback del segnale ritardato
  • Parametro 2 – Manual: Controlla il tempo di delay del flanger
  • Parametro 3 – Mode: Seleziona una delle modalità possibili

Per quanto riguarda la parte sonora, è un tipo di flanger che non si discosta particolarmente dai suoni più mainstream del mondo della chitarra (suoni come l’Electric Mistress tanto per dirne una), ma le modalità zero sono forse quelle più moderne e quindi più utilizzabili in contesti meno classici.
Non abbiamo un vero e proprio suono di Jet Flanger anni ’80, ma possiamo ottenere una sfumatura non molto diversa esasperando i parametri di manual e regeneration.

Possiamo dire che con più o meno una decina di effetti diversi (se contiamo le modalità utilizzabili) la sezione del Mobius relativa a queste due modulazioni è ben coperto nonostante la mancanza (appunto) di un jet flanger e di un tri-chorus che, parliamoci chiaro, sono anche effetti molto specifici, se sono così irrinunciabili tanto vale fare un acquisto più mirato.

I prossimi di cui parleremo saranno invece due effetti per suoni totalmente vintage, stay tuned!

>>> VAI ALL’INDICE DELLE PUNTATE <<<