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Lo strumento, gli effetti, l’amplificazione

Salve a tutti ed eccoci giunti al secondo appuntamento di questa rubrica. L'argomento di questo seconda puntata riguarda, come cita il titolo, lo strumento che usiamo, gli effetti e l'amplificazione. Purtroppo scrivendo mi sono però reso conto di essere andato fuori tema, quindi prima di arrivare a parlare dello

Salve a tutti ed eccoci giunti al secondo appuntamento di questa rubrica. L’argomento di questo seconda puntata riguarda, come cita il titolo, lo strumento che usiamo, gli effetti e l’amplificazione. Purtroppo scrivendo mi sono però reso conto di essere andato fuori tema, quindi prima di arrivare a parlare dello strumento dovrete sorbirvi una parte extra.Ribadisco, per chi non avesse letto il primo articolo, che le seguenti considerazioni sono frutto di una lunga e soggettiva esperienza in ambito professionale; di conseguenza non dovranno essere prese come “dogmi di fede” chiaramente perché non è possibile essere obiettivi su una questione totalmente soggettiva come il suono che produciamo!
Riconfermo quindi che parlo a titolo personale; quelle che seguono sono mie conclusioni soggettive e come tali devono essere prese: un punto di confronto! Il confronto nella musica è FON-DA-MEN-TA-LE!!!

Veniamo dunque al punto:

Spesso mi arrivano messaggi del tipo: “Ciao Giacomo, mi chiamo Mario Rossi (nome inventato), suono da due anni ed uso una Gibson Les Paul, un Marshall da 50 watt a transistor ed un distorsore della Foztronics (marca inventata…). La mia domanda è: come posso ottenere il suono di Steve Vai (oppure J.Petrucci, Slash, Joe Satriani, R.Blackmore, Allan Holdsworth)?”
Arrivano anche molti messaggi del tipo: “Uso la stessa strumentazione di Van Halen (o altro illuminato della chitarra) però non riesco ad avere lo stesso suono, perche?”

Perché? Indovina un po’? Probabilmente perche sei un’altra persona! Ecco la risposta.
No, non ce l’ho con voi autori delle domande ovviamente! E’ però importante capire che il nostro suono è determinato dalla nostra personalità ed unicità. Ognuno di noi ha mani diverse, mente diversa, una predisposizione diversa, una cultura diversa. Ciascuno vive esperienze diverse e vive in un posto che può dare più o meno input al nostro approccio musicale.
Volendo esprimere un concetto generalizzante potremmo dire che “Mantenendo come costante la strumentazione, il suono di due chitarristi non sarà mai uguale, ma al massimo si avvicina.” Ammetto inoltre che, pur avendo copiato molti, davvero molti chitarristi in età precoce, personalmente ritengo inutile tentare di diventare uguale ad un altro se non per scopi didattici o puramente ludici. Tanto c’era prima l’originale…
Vi ricordate cosa successe con Malmsteen ed il suo esercito di cloni? Un esercito tanto potente da fare invidia a quello del secondo episodio della nuova saga di Guerre Stellari: Episodio 2 – L’attacco dei Cloni.
NO, no… fans del grande Malmsteen non prendetevela! Lui e’ un grandissimo ed anche gli altri.
Bisogna però ammettere che quelli che poi hanno avuto un riscontro positivo sono coloro che, partendo dallo stile Malmsteeniano, hanno poi aggiunto, rielaborato informazioni provenienti da altri fonti. E’ così ed accade da molto prima di questo secolo.
Quindi a mio giudizio, copiare per imparare va bene, copiare e rielaborare va benissimo, copiare e basta, magari imparando dalle tablature senza faticare un po’ ad orecchio va meno bene. Lo vedo un po’ come tentare di essere George Clooney per imbroccare di più. Puoi anche farti le plastiche etc… Lui è George, l’altro è Mario! (mi scuso con tutti i Mario che leggono, ma non è colpa mia se “Mario Rossi” è il nome più usato in caso di esempi generici… hehehe!).
Bene, dopo questa infinita premessa andiamo avanti! Chitarre Non è vero che bisogna spendere miliardi per avere una chitarra che suoni bene (i genitori di alcuni di voi gioiranno!), specialmente i primi anni, durante i quali non siamo effettivamente in grado di apprezzare la differenza tra una chitarra da 5000 euro ed una da 500. Comprate quella da 500 e fatevi le ossa! (e spedente anche meno, 500 euro era solo un esempio…).
E’ però vero che a me For The Love Of God di Vai viene solo con L’ Ibanez Jam… (quando mi veniva ed ero in “botta Vaiana”, ammetto!).
Non è vero che la Gibson è meglio della Fender o viceversa poiché entrambe hanno un suono ben distinto ed è palese che con una si fanno bene certe cose e con l’altra se ne fanno altre.
Le Ibanez non fanno schifo come molti sostengono, dipende che budget abbiamo a disposizione e che tipo di suono cerchiamo. (La Ibanez, come le altre marche, produce chitarre commerciali su varie fasce di prezzo).
Va inoltre notato come, volendosi avvicinare al suono di un chitarrista, sia importante invece informarsi sulla strumentazione che usa per poi concentrarsi sull’analisi del suo stile: tocco, scelta delle posizioni, tecniche usate etc.
Per quanto mi riguarda scelgo alcune chitarre per il suono mentre in altre cerco un compromesso tra suono e comfort dello strumento (specialmente il manico). Per esempio: La Gibson Les Paul che possiedo ha un suono grandioso, però non riesco a suonarci in maniera sciolta come con la Fender Stratocaster; suppongo sia un problema derivante dalla pratica. C’è anche un’altra ragione: il manico delle Gibson usa una scala più corta con la quale mi trovo peggio perché non mi entrano bene le dita nei tasti. La Giniski Custom che mi hanno costruito i miei amici liutai, è una chitarra da Formula 1; purtroppo però spesso in studio me la bocciano proprio perché non ha quella personalità tipica delle Gibson o delle Fender (qui si apre un altro capitolo, lo so… provvederò più avanti a scrivere sul “mondo turnista”).
A sua volta, la Fender fu per me una “brutta bestia da domare” appena comprata! Credo infatti che essa sia uno strumento che mette molto in risalto le doti o le lacune del musicista che l’adopera; è una chitarra che non regala nulla, ma è anche estremamente versatile! Pensate a quanti suoni diversi sono stati creati con queste chitarre: Eric Johnson, S.R.Vaughan, Clapton, R.Blackmore, Jeff Beck etc…
Chiaramente, se suonate in un gruppo che ha uno stile tipo i KORN, la Fender probabilmente vi servira a poco (così come esce di fabbrica) e preferirete Ibanez (magari 7 corde).

Allora… ancora non sappiamo come scegliere la chitarra????
Ecco la solita domanda da farsi: Che cosa voglio suonare
Fate un respiro, pensateci su e scrivetelo su un foglietto. Domani rileggete e cominciate ad analizzare il tipo di strumentazione più adatta a voi. Effetti, Pedalini o Multieffetti? Premesso che mi è capitato di ascoltare suoni fantastici con attrezzi che io non avrei mai pensato di usare tipo pedaliere All In One etc, posso tranquillamente affermare che per me il compromesso ideale è il seguente: Testata valvolare con effetti in parallelo nel loop per i delay ed altri effetti digitali ad alta definizione.
Tra la chitarra e l’ampli colloco un numero di pedalini variabile e dipendente dal genere, dal repertorio, dal suono richiesto (da me stesso o da altri).
Sul mio sito nella pagina Strumentazione potrete dare un’occhiata alla mia configurazione.
Consiglio a tutti di visitare anche i siti dei miei illustri colleghi: Massimo Varini, Luca Colombo, Salvatore Russo, William Stravato etc, così da avere un’ampia panoramica made in Italy su ciò che usano i “lavoratori musicali” nostrani.
Segue una carrellata (un po’ sintetizzata) delle chitarre ed effetti usate sul mio cd Cutting Bridges brano per brano:

Settings comuni:
Casse Dragoon (www.dragoon.it)
Tutte le chitarre riprese con microfono (sm 57 e akg 414) seguono questa catena:
Cassa —> Mic —> Pre FocusRite —> Scheda Audio.
Corde rigorosamente Elixir

Track1: Gaztambide
Chitarra Lead: Giniski Custom G24-2000, Pre Carvin collegato con il finale della testata Marshall, Overdrive Rat ed un po’ di Delay Stereo a tempo con il brano ottavi e quarti).
Chitarra Ritmica: Fender Telecaster, Gibson Les Paul, Giniski “Maggie” con corde 0.13 accordata da SI a SI, amplificatore Marshall Anniversary (modificato da M.Mantovani).
Chitarra Synth incisi: Giniski G24-2000, Line6 POD settato sull’emulatore di pre valvolare + chorus stereo + compressore a palla + Delay a tempo con un feedback del 15% (valore stabilito sul Quadraverb 2).
Chitarra Solo: Giniski Maggie con corde 0.13 accordatata da SI a SI, Ampli Marshall, Phaser Electroharmonics.
Plug ins: MAGNETO, COMPRESSORE DI LOGIC AUDIO, STEREO SHIFT DI LOGIC AUDIO.

Track2: L.F.L.
Chitarra Ritmica: Gibson Les Paul, con basso accordato in RE, riff eseguito con un bottleneck. Ampli Marshall aniversary settato su 2° canale
Chitarra Acustica: Martin D 28
Chitarra Lead: Fender Stratocaster con Mi basso accordato a Re, parte eseguita parzialmente con un bottleneck. Ampli Fender Twin modificato da GINISKI e reso una testata. Ha la possibilità di far lavorare le valvole con diversi wattaggi, ottenendo così moltissime possibilità timbriche.
Distorsore RAT in aggiunta alla distorsione dell’ampli. Compressore blu della Boss (quello vecchio con tre pippoli).
Credetelo o no: il sound di questa chitarra dipende al 50% dalle corde elixir che mantengono per lunghissimo tempo la brillantezza sulle basse, cosi’ da ottenere quel suono snappy.
Ascoltate un piccolo sample tratto dal brano L.F.L. – (938KB)

Track5: Music Part Two
Chitarra Ritmica: Fender Stratocaster, Gibson Les Paul (con Mi basso accordato a Re). Ampli Marshall e Fender Twin (sempre Giniski custom)
Chitarra Lead: Fender Stratocaster, GINISKI G 24-2000. Ampli Marshall aniversary. Nessun pedale tranne il wah Morley “Bad Horsie”.
Chitarra Solo: Fender Stratocaster, Line six POD, successivamente processato con i seguenti plug ins: Eq con boost sui 2500-3000 hz, compressore di logic audio, dly stereo. Eq con un lievissimo boost intorno ai 6000 hz.
Ascoltate un piccolo sample tratto dal brano Music Part Two – (766KB)

Per oggi basta, la prossima volta tutti gli altri brani!
A presto! 😉