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Come suonare un blues senza la base

In quest'ultimo incontro vorrei trattare un argomento molto importante e troppo spesso sottovalutato: si tratta del suonare delle parti soliste senza alcun tipo di accompagnamento. Nell'ambito del Jazz (ed anche in altri generi), strumentisti come pianisti e sassofonisti sono abituati a suonare su i brani che studiano

In quest’ultimo incontro vorrei trattare un argomento molto importante e troppo spesso sottovalutato: si tratta del suonare delle parti soliste senza alcun tipo di accompagnamento.
Nell’ambito del Jazz (ed anche in altri generi), strumentisti come pianisti e sassofonisti sono abituati a suonare su i brani che studiano senza l’ausilio di nessun tipo di base. Questa procedura, che a molti potrà sembrare anche banale, porta ad un’importante crescita musicale.

Suonare, ad esempio, un solo su un giro blues maggiore o minore, senza nessun tipo di accompagnamento, vuol dire avere una forte coscienza del fraseggio che stiamo utilizzando. In questo modo, sarà estremamente improbabile suonare delle note “a caso”.
Ricordiamoci sempre che quando improvvisiamo, stiamo componendo in maniera estemporanea, e che quindi, dobbiamo dare il giusto peso alle note che suoniamo. Suonando da soli, dovremo avere un forte senso del timing e dello “spazio” all’interno del quale suoniamo, e saremo soprattutto spinti a far sentire le note dell’accordo, per richiamare il senso armonico del brano.

Con questo non voglio assolutamente dire che le backing track non vadano utilizzate, ma che il nostro playing deve essere autosufficiente e convincente anche senza di esse.
La prima cosa da fare, se non abbiamo già approfondito uno studio di questo tipo, è evitare di pensare di poter suonare senza una base con la stessa dimestichezza con la quale avremmo suonato accompagnati: saremo quindi costretti a suonare in maniera molto più minimalista.

Partiamo con dei veri e propri esercizi per introdurre questo studio: il primo, costruito su un giro blues in A, consiste nel suonare in battere il cambio di accordo, e di suonare sul restante “spazio”, improvvisando fraseggi con note da un quarto.
Inutile dire che non dovrete eseguirle come un “compito”, suonandole come se fossero scale, ma creando un vero e proprio fraseggio, e cercando di enfatizzare le note dell’accordo.
Useremo come base una pentatonica di A, e faremo sentire il do diesis sull’accordo di A7, il fa diesis sull’accordo di D7 ed il sol diesis sull’accordo di E7.