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Amudi Safa, Giacomo Pasquali e Pietro Quilichini insieme per “Freedom”

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"Freedom" è il nuovo brano che Amudi Safa suona insieme a due colleghi chitarristi di grande valore e non a caso il brano... spacca!

Pubblicato 24 ore fa su YouTube, “Freedom” è l’ultima opera artistica di Amudi Safa, un talentuoso chitarrista che tutti i musicoffili conosco oramai bene anche grazie al suo concerto in live streaming proprio sui nostri canali.
Insieme a lui ci sono altri due assi italiani della 6 corde: Giacomo Pasquali, musicista, fonico e produttore, a dir poco una vecchia conoscenza di Musicoff, e Pietro Quilichini, anch’egli apparso recentemente sui nostri schermi e ovviamente altrettanto dotato di un’invidiabile bravura strumentale.

Questo trio di moschettieri ha quindi confezionato un brano, composto da Amudi, che vede la produzione di Giovanni Ghioldi, che suona anche basso, tastiere e si occupa dell’orchestrazione, e la registrazione delle chitarre – più mix e master generali del singolo – di Giacomo Pasquali, il basso.
Il tutto condensato nel videoclip qui sopra, tenetevi forte perché il brano è un’ascesa verso alte vette di lirismo chitarristico…

La voglia di evadere, messa in musica

Amudi Safa ci parla della creazione di questo singolo…

Ho composto ‘Freedom’ tra marzo e aprile dell’anno scorso insieme a Giovanni Ghioldi, sviluppando il brano via Skype. È stata la prima volta che componevo in quella maniera; avevo la prima parte tutta chiara in mente, in mezz’ora avevamo tutto il resto del brano.
Vedere quanto fosse possibile creare musica anche in quelle condizioni, ha dato vita a quell’urlo che in quei giorni la mia chitarra non trovava. Erano giorni privi di stimoli e pieni di incertezze, voglia di evadere.
Avevo quasi perso la speranza di poter scrivere qualcosa che sentissi davvero. Questo brano ha dato forma a tutto quello che cercavo di fare uscire, come se avesse trovato da solo il modo di manifestarsi. La musica salva, in tutte le sue forme.

Il brano presenta una prima parte sinfonica, pensata come se fosse un sottofondo cinematografico quasi. Cerco sempre di comporre pensando a delle immagini, e ciò che ho cercato di trasmettere nella prima parte, è una voglia di evadere da una situazione, uno sguardo al di fuori di una finestra, per poi esplodere liberandosi da ciò che ci tratteneva.
A livello compositivo, sono partito da una idea in chord melody, come nascono poi la maggior parte delle mie composizioni. Mi piace cercare immediatamente il giusto accordo alla melodia, intrecciando quindi la lead con la posizione dell’accordo sottostante. Da un primo ascolto si può notare come abbia una leggera antipatia per la semplice triade... 🙂

Mi rendo conto di essere in una fase compositiva sperimentale, in cui inseguo un sound che ho in testa, cercando di allontarmi da quello presentato nel mio primo album, ‘Exposed Hearts‘, in cui le sonorità erano più leggere, a volte new soul a volte pop rock. 
Ho coinvolto Pietro e Giacomo perché sono 2 persone immerse nella musica come me, con la stessa fottuta necessità di urlare.

Freedom amudi safa

La registrazione delle chitarre

Anche il buon Giacomo Pasquali ci dice la sua, raccontadoci la parte tecnica dietro il guitar recording…

A livello tecnico, abbiamo registrato le chitarre in DI, con Avalon U5. Poi sono state reampate qui in Hologram Studios, attraverso diversi ampli Mezzabarba: una Trinity 6L6, una MZero OD, una Z35.
Come cassa abbiamo utilizzato una Mezzabarba MZero ‘69 Cab con Greenback Heritage microfonata con 3 microfoni. Uno Shure SM57, un Royer R122 ed un Neumann U87.

Il 57 andava in un classico dei classici preamplificatore API 3124+, il Royer in un Neve 1073DPX, con eq. Anche l’U87 entrava in un Neve 1073 con eq ed andava poi in un Empirical Labs Distressor, per una compressione gentile, attacco medio-lento e rilascio medio-veloce per dare un pò di compattezza e spessore aggiuntivi.Tutto poi entrava nel convertitore ed è stato missato con il resto delle tracce.

Io ed Amudi abbiamo usato delle Knaggs Kenai, Pietro Quilichini una Ibanez AZ con pickup Zead.