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Steven Wilson sotterra i Greta Van Fleet: solo una brutta copia

L'ultima presa di posizione nei confronti della giovane rock band "ispirata" ai Led Zeppelin arriva da Steven Wilson, che li definisce solo una brutta copia.

L’ultima presa di posizione nei confronti della giovane rock band “ispirata” ai Led Zeppelin arriva da Steven Wilson, che li definisce solo una brutta copia.

Non ricordiamo un argomento negli ultimi anni che abbia così tanto diviso il mondo del rock. I Greta Van Fleet hanno tanti fan quanti detrattori, tra chi afferma che abbiano rivitalizzato una cera fascia di gioventù rockettara ai danni di trap ed altri generi moderni considerati discutibili, e chi invece li declassa a mera brutta copia, quasi carnevalesca, della mitica band inglese degli anni ’70.

Innegabile che ci sia un grado di somiglianza che definire “ispirazione” è eufemistico, come è del resto vero che per quanto presentati come pacchetto “plug’n’play” per i nostalgici, non si sa mai cosa abbia in serbo il futuro per questi 4 giovincelli, che magari, si spera, ci stupiranno con effetti speciali (i più giovani non coglieranno questa citazione, NdR).

Ma cos’ha detto il leader dei Porcupine Tree e fortunatissimo artista rock/pop/progressive solista?

Ebbene, quelle che seguono sono parole forti.
Intervistato in Danimarca, Wilson ha detto: “conoscete quella band terribile, i Greta Van Fleet? Sono orrendi. Mi sembrano uno scherzo. Tuttavia vengono presi a modello, perché sono giovani. Sembrano una boy band che interpreta in maniera pessima le copie di terza mano dei Led Zeppelin“.

Quando si dice “toccala piano” Steven!
E continua: “Sono carini e hanno tutto l’aiuto dei media. Il business li porta avanti e riescono a raggiungere un vasto pubblico da un giorno all’altro, suonando musica di terza categoria. Ma penso che tra dieci anni nessuno si ricorderà di loro. Posso anche sbagliarmi, magari me lo dimostreranno. Magari faranno un buon disco e diventeranno una buona band. Adesso però, non lo sono, sono una brutta copia dei Led Zeppelin“.

Infine, la chiosa finale: “Capisco bene che l’industria musicale oggi punta molto sull’essere carini, giovani, un fatto di immagine. Cose che io non ho mai avuto. Sono stato anch’io giovane, ma ora ho 51 anni e provo una certa frustrazione nel vedere come i media siano più refrattari a quello che faccio.

Insomma, Wilson parla chiaro, questi 4 ragazzini dovrebbero dimostrare di avere una personalità propria, prima di essere messi in ogni dove su un podio.
Che ci sia un po’ di invidia dietro queste dichiarazioni? La domanda è lecita, ma onestamente è una tesi un po’ difficile da sostenere, soprattutto con un musicista come Wilson che, oggettivi meriti a parte, mire di empatia col grande pubblico attraverso l’immagine non ne ha mai avute.

In ogni caso, siamo di fronte a un fenomeno discografico che non smette di far parlare di sé.
E nel bene o nel male, che si parli di rock a noi fa sempre piacere…