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Dream Theater – The Astonishing

Anno 2285, gli Stati Uniti sono sotto le grinfie dell'imperatore Nafaryus, capo del Great Northern Empire of the Americas, che ha instaurato un regime oppressivo basato sul controllo della popolazione attraverso la tecnologia e la repressione di qualsiasi forma d'arte. Simbolo di questa tirannide sono le NOMACS, "macch

Anno 2285, gli Stati Uniti sono sotto le grinfie dell’imperatore Nafaryus, capo del Great Northern Empire of the Americas, che ha instaurato un regime oppressivo basato sul controllo della popolazione attraverso la tecnologia e la repressione di qualsiasi forma d’arte. Simbolo di questa tirannide sono le NOMACS, “macchine del rumore” (NOise MAChineS) che controllano i cittadini, propagandano i messaggi dell’imperatore e producono canzoni artificiali; l’unica forma di intrattenimento tollerata.

La speranza di un futuro migliore è nelle mani della Ravenskill Militia, il gruppo di ribelli protagonista di The Astonishing, e soprattutto di Gabriel: un uomo capace di incantare grazie alla sua naturale abilità nella composizione e nel canto.

È questo il trailer di The Astonishing, il lavoro più ambizioso che gli amatissimi Dream Theater abbiano prodotto nell’era post-Portnoy. Il copione su cui si basa l’opera, scritto da Petrucci, propone delle ambientazioni distopiche affini a quelle ideate da autori come Ray Bradbury e George Orwell, mentre l’intreccio strizza l’occhio alle dinamiche della fantasy e dello sci-fi che tanto pubblico attirano sia in ambito letterario che, soprattutto, in ambito televisivo e cinematografico.

E, difatti, nell’ultima fatica di LaBrie e soci si respira quell’atmosfera filmica tipica di tutti i grandi concept album della storia della musica, da Quadrophenia dei The Who fino, naturalmente, a The Wall dei Pink Floyd (o, avvicinandosi di più al genere della band americana, Operation: Mindcrime dei Queensryche e 2112 dei Rush). Anche in The Astonishing la narrazione occupa, incontrastata, il centro e si sviluppa nelle 34 parti che compongono l’album e possono essere equiparate ad altrettante scene.
La prolissità non ha mai spaventato i Dream Theater, ma nelle 2 ore e 10 minuti che compongono il disco troviamo un approccio diverso da quello a cui la band statunitense ci ha abituato: non ci sono più canzoni colossali, ma la frammentarietà è preminente, con il brano più lungo che misura “solamente” 7 minuti e 41 secondi.

Tanti brani per tanti stili senza, però, mai sconfinare dal cristallizzato e immediatamente riconoscibile vocabolario musicale della band. Ciò, assieme al filo narrativo, rende The Astonishing un disco sorprendentemente coeso nonostante la lunghezza, ma allo stesso tempo priva l’album di qualsiasi potenziale innovativo.
Nonostante, infatti, i Dream Theater abbiano deciso di snellire i monologhi strumentali e incentrare il songwriting sulle atmosfere create da Jordan Rudess e l’interpretazione di un James LaBrie in grande spolvero (il cantante canadese veste i panni di vari personaggi, dando uno spessore teatrale al lavoro), difficilmente resterete sorpresi da un songwriting che non deraglia dai binari battuti insistentemente negli ultimi lavori.

E se si aggiunge a questi elementi la semplicità retorica dei testi elaborati da Petrucci, che finiscono per rifugiarsi regolarmente in immagini tanto emotivamente efficaci quanto prevedibili, diventa palese l’impossibilità di ambire al capolavoro.

Non una pietra miliare del Progressive Metal, quindi, ma ciò non esclude che i Dream Theater siano riusciti a produrre un album piacevole, suonato in maniera impeccabile (anche se Mangini e Petrucci occupano un ruolo meno preminente del solito) e basato su architetture coinvolgenti che raggiungono l’apice nei soliti, appassionanti, refrain.

Il ritorno dei Dream Theater al concept album dopo l’indiscusso capolavoro Metropolis Pt. 2: Scenes From a Memory (1999) e l’ottimo Six Degrees of Inner Turbulence (2002) dimostra che la band possiede ancora un’ambiziosità non comune. Presa nell’insieme, ossia nella forma che le rende più giustizia, l’avventura narrata in The Astonishing risulta affascinante, anche se la sua fruizione è complicata da una durata maratonica. Proprio per questo, probabilmente, il tredicesimo album dei Dream Theater troverà fortuna soprattutto dal vivo, in quel tour teatrale (che toccherà Milano e Trieste) in cui la band ha già promesso di proporlo interamente.

Francesco Cicero

Tracklist:

Act I

  • Descent of the NOMACS
  • Dystopian Overture
  • The Gift of Music
  • The Answer
  • A Better Life
  • Lord Nafaryus
  • A Savior in the Square
  • When Your Time Has Come
  • Act of Faythe
  • Three Days
  • The Hovering Sojourn
  • Brother, Can You Hear Me?
  • A Life Left Behind
  • Ravenskill
  • Chosen
  • A Tempting Offer
  • Digital Discord
  • The X Aspect
  • A New Beginning
  • The Road to Revolution

Act II

  • 2285 Entr’acte
  • Moment of Betrayal
  • Heaven’s Cove
  • Begin Again
  • The Path That Divides
  • Machine Chatter
  • The Walking Shadow
  • My Last Farewell
  • Losing Faythe
  • Whispers on the Wind
  • Hymn of a Thousand Voices
  • Our New World
  • Power Down
  • Astonishing

Lineup:

  • James LaBrie
  • John Petrucci
  • John Myung
  • Jordan Rudess
  • Mike Mangini
Dream Theater - The Astonishing

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