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Quando i Black Sabbath entrarono in studio per Master of Reality

Il 5 febbraio del 1971 i Black Sabbath entrano in studio per registrare il loro terzo album, considerato un vero masterpiece della band che ha praticamente inventato (o perlomeno ne è tra i pochi padri riconosciuti) l’Heavy Metal.

L’album si intitola Master of Reality ed è un’incisione che, pur ricalcando le classiche atmosfere dark tipiche dei Black Sabbath, si fa ancora più intimistica ed elaborata negli arrangiamenti, con una “lentezza” nei tempi tanto da essere ritenuto l’album di maggiore influenza per il successivo Doom Metal.

Il chitarrista Tony Iommi in questo album sperimenta nuove accordature ribassate, fino a un tono e mezzo, per ottenere un sound cupo e granitico, adatto ai riff che procedono con martellante quanto ipnotica enfasi. A dispetto dell’associazione, soprattutto all’epoca e sempre negata dalla band, col satanismo, l’album presenta invece alcuni testi ispirati addirittura alla cristianità, con rimandi alla salvezza dell’anima: 

Have you ever thought about your soul can it be saved? Or perhaps you think that when you’re dead you just stay in your grave. Is God just a thought within your head or is he a part of you? Is Christ just a name that you read in a book when you were in school?” (da “After Forever”).

L’album vende 5 milioni di copie ed è inserito dalla rivista Rolling Stone nei 500 più belli di sempre. L’originale in vinile rimane sicuramente uno dei pezzi più pregiati per i collezionisti, ad oggi uno dei più costosi (per quanto non difficilmente rintracciabile) di tutta la discografia.
Ascoltiamoci quindi “Sweet Leaf“, il brano di apertura dell’album che contiene uno dei riff chitarristici più famosi dei Black Sabbath e del geniale guitar hero Iommi.


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