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Nasceva oggi un “King” del Blues

Non sono molti i veri e propri Re della chitarra Blues e guarda caso per alcuni di loro la carica è insita già nel nome, come in quello di Albert King.

Nato il 25 Aprile del 1923, come molte persone di colore la sua vita iniziò ai bordi di una piantagione di cotone degli Stati Uniti del sud. La musica si sviluppò ben presto in lui, iniziando a suonare con le prime band come chitarrista ritmico, per poi sviluppare gradualmente il suo tocco solista così unico, distintivo.
Il mancino Albert Nelson cambiò quindi il suo nome in Albert King e pochi sanno forse che la chitarra non fu il suo unico strumento. Arrivato a Chicago, ebbe modo di sedersi anche dietro le pelli di una batteria per Jimmy Reed.

Ma la sua strada era tracciata sulla sei corde, una Gibson Flying V chiamata “Lucy”, suonata letteralmente al contrario, cioé con il mi cantino come prima corda in alto e via via verso il mi basso (trovare una chitarra mancina all’epoca non era così facile come oggi).
I suoi bending così espressivi furono una nave scuola per tantissimi guitar hero successivi che in qualche caso ebbero anche l’onore di calcare il palco con lui, da Eric Clapton a Gary Moore, a Jimi Hendrix ma, sopratutto, il tocco di King fu assimilato prepotentemente da un giovane che avrebbe a sua volta rivoluzionato il Blues nei decenni successivi, Stevie Ray Vaughan.