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L’Ultimo Concerto c’è già stato, bisogna pensare al Prossimo

In maniera del tutto inattesa, l'evento che avrebbe dovuto portare la musica italiana dai palchi dei live club alle case dei fan non c'è stato. Ma perché?

Nessuna nota è risuonata all’interno dei numerosi locali coinvolti nell’iniziativa. Silenzio.
A ben pensarci, la totale assenza di musica, a fronte di un evento che avrebbe dovuto generare parecchi decibel, potrebbe fare molto rumore. Ed è sicuramente questo l’intento che ha portato l’organizzazione, i club e gli artisti coinvolti a non dare vita ad alcuna esibizione, pur avendo messo in moto la macchina organizzativa (al punto in cui i musicisti si sono, nella maggior parte dei casi, effettivamente presentati sul palco).

C’è chi l’ha vissuta con partecipazione, chi con dispiacere, chi si è arrabbiato e chi addirittura si sente tradito. Io stesso, nel rimettere mano alla news in cui si annunciava l’evento, vivo di emozioni contrastanti.
L’aspettativa delusa è un fatto umano. In fin dei conti, si parlava del jet set della musica italiana impegnato in un evento musicale per una buona causa e dalla risonanza potenzialmente esplosiva, in diretta da alcuni dei locali più importanti del paese fin dentro le nostre abitazioni; proprio là dove si passa ormai così tanto tempo, noi che viviamo (chi più, chi meno) la privazione del concerto come una vera sofferenza, la quale va a ingrassare i disagi di ancor maggiore spessore che ci affliggono a causa della pandemia.
La musica suonata, lo spettacolo, mille e più istantanee che colpiscono l’orecchio e l’occhio: tutto avrebbe potuto contribuire a una situazione da ricordare. Invece nella nostra memoria resterà il gesto e, per l’appunto, quell’assordante silenzio. Dunque sì, la delusione è comprensibile: volendola guardare con un briciolo di ottimismo, diciamo che se non altro ci ricorda che siamo ancora vivi, dopotutto.

Ma se questo pensiero dovesse sembrare una presa di posizione contro la decisione intrapresa, vi dico che già pensandolo sareste fuori strada. Perché chi ha deciso di imbastire una situazione del genere, consapevole che le premesse non sarebbero state rispettate, sapeva benissimo che questo gesto sarebbe stato doloroso per molti: e dunque, so che la decisione non è stata affatto leggera.
Un “male necessario”? Ce lo dirà il tempo, soprattutto ce lo diranno le conseguenze. Resta il fatto che, così come è assolutamente comprensibile il rammarico per le mancate esibizioni, dovremmo rimanere consapevoli dell’urgenza di dare una scossa alle vicissitudini un settore produttivo messo in difficoltà.
Gli eventi a favore non sono mancati in questi mesi, ma a quanto pare la situazione non ne ha tratto benefici a sufficienza: forse un atto di questa caratura produrrà effetti differenti. Staremo a vedere.

Perché alla fine della fiera, la cosa veramente importante è che di tutto questo si parli. Adesso se ne discute eccome: musicisti, appassionati, addetti ai lavori, i più sono animati da accesi fervori, positivi o negativi che siano.
Ma cosa accadrà quando “la prossima news” arriverà a distogliere le attenzioni di massa? Sarà lì che vedremo se e quanto la decisione presa pagherà i suoi frutti. Perché se l’attenzione rimarrà alta, allora ci sarà davvero l’occasione di trovare una nuova normalità, un corso differente dall’epoca delle restrizioni ma possibilmente nel quale si colmino certe lacune che il mondo della musica live in Italia si portava dietro da ben prima che il Covid-19 cambiasse ogni scenario.

Se così non sarà, allora il silenzio avrà vinto davvero.


Questo è ciò che scrivevamo annunciando l’evento in programma

Abbiamo volutamente privato l’immagine di copertina delle informazioni di servizio (l’originale è ben visibile qui sotto) per lasciar parlare forte e chiaro il messaggio racchiuso nell’evento in oggetto: sarà davvero “L’Ultimo Concerto?“.

Il concetto è posto in una forma volutamente forte per sottolineare l’urgenza della realtà. L’industria della musica live, tra le prime in Italia per numero di presenze e volume economico, è stata messa in seria crisi dalle necessarie misure di contenimento della pandemia in atto, col risultato che per molti contesti di vario livello il 2021 potrebbe davvero essere l’anno della chiusura.
È per questo motivo che i soggetti di riferimento del settore hanno lanciato un’iniziativa volta a sensibilizzare l’opinione pubblica e le autorità competenti riguardo la necessità di forme di compensazione economica proporzionale e di un riconoscimento valoriale e istituzionale della categoria dei live club al pari di altre realtà come cinema e teatro.

A questo proposito è stato organizzato un evento che coinvolgerà un consistente numero di artisti rappresentativi del nostro paese, in una sinergia che raccoglie oltre 130 live club nell’iniziativa #ultimoconcerto.
Subsonica, 99 Posse, Brunori SAS, Lacuna Coil, Marina Rei, Marlene Kuntz, Pinguini Tattici Nucleari, Sud Sound System e tanti altri artisti che alle 21:00 di Sabato 27 Febbraio si esibiranno in diretta streaming da una serie di locali sparsi su tutto il territorio nazionale.

Nella speranza che non sia per davvero “l’ultimo concerto”, ma che anzi si possa iniziare a pensare quanto prima al Prossimo Concerto.