Encore, Thank You, Goodnight. è il titolo del nuovo brano firmato da Sammy Hagar in uscita il 25 aprile, scritto a quattro mani con Joe Satriani e arricchito dal contributo di Michael Anthony al basso e Kenny Aronoff alla batteria.
Un brano che nasce da un sogno, ma affonda le sue radici in un’intera epoca della storia del rock e nel legame personale che Hagar aveva con il compianto e inimitabile chitarrista Eddie Van Halen.
Un sogno che diventa musica
La scintilla creativa per questo nuovo singolo è arrivata un anno dopo la scomparsa di Eddie Van Halen, quando Hagar ha fatto un sogno vivido sull’ex compagno di band.
Ma non si tratta di un commiato malinconico: l’intento è quello di celebrare con affetto e gratitudine l’esperienza vissuta insieme negli anni Van Halen.
“Questa canzone è il mio inchino finale a quella parte della mia vita. Non è altro che un ringraziamento – con amore, rispetto e un assolo di chitarra da paura” (Sammy Hagar)
Il brano, prodotto dallo stesso Hagar insieme a Joe Satriani ed Eric Caudieux, porta con sé l’energia chitarristica potente e melodica che richiama lo spirito di Eddie, ma filtrata attraverso la cifra stilistica inconfondibile di Satriani.
“Joe è stato il partner perfetto per dare forma a questo suono – ha portato quell’energia emotiva, guidata dalla chitarra, che ricorda Eddie ma è tutta farina del suo sacco” (Hagar)
Ad arricchire ulteriormente il pezzo ci sono le linee di basso ruggenti di Michael Anthony – anche lui parte della formazione originale dei Van Halen con Hagar – e il drumming incalzante di Aronoff, un vero veterano della batteria, creando un impasto sonoro solido e carico di significato.
Prima uscita live a Las Vegas
I fan non dovranno attendere troppo per ascoltarla dal vivo. Il debutto del brano è previsto durante il primo concerto del The Best of All Worlds’ Las Vegacy, che si terrà al Dolby Live del Park MGM alla fine del mese.
Questo singolo segna anche un raro momento creativo per Hagar dopo l’annuncio del suo semi-ritiro dalle tournée. La scelta di pubblicare un pezzo con un messaggio così personale e condiviso con storici collaboratori sembra voler chiudere, almeno simbolicamente, un capitolo importante della sua carriera.
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