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Opera Chroma Key

“Palla De’ Mozzi”, l’Opera in Chroma Key

Il 31 gennaio 2020 al Teatro lirico di Cagliari ha debuttato l’opera lirica “Palla de’ mozzi” del compositore italiano Gino Marinuzzi con la regia a quattro mani del noto regista italiano Giorgio Barberio Corsetti e il regista video artista francese Pierrick Sorin.

L’impianto scenico è basato sulla tecnica del Chroma Key (noto come green screen o blue screen), il progetto e la gestione dell’impianto video è stata affidata alla squadra di tecnici video francesi che spesso lavorano con Pierrick Sorin coordinati dal bravissimo Eric Perroys che ha gestito anche la regia video.

Il progetto del disegno luci è stato affidato al sottoscritto, perciò colgo l’occasione di scrivere questo articolo per raccontare dall’interno affascinanti curiosità di un allestimento assolutamente non convenzionale ed unico nel suo genere.

In che consiste la tecnica del Chroma Key?

Il Chroma Key permette di unire due sorgenti video una delle quali contiene un particolare colore (ad esempio il blu) detto chroma key.
Il primo video può essere live o anche preparato in precedenza visto che verrà usato come sfondo (background), mentre il secondo video mostra il personaggio ripreso che si muove su uno sfondo di colore uniforme (il colore chiave ad esempio il blu).
Il mixer (o il software) unirà insieme le due sorgenti, producendo in uscita il video del personaggio che si muove davanti allo sfondo artificiale, come se il colore chiave fosse trasparente.

Perchè l’effetto riesca è necessario che il personaggio non indossi oggetti dello stesso colore dello sfondo, oggetti che nel video prodotto risulterebbero trasparenti, cioè che verrebbero “bucati” dal chroma key, dando agli spettatori una sensazione di irrealtà.
Inoltre, è necessario che i contorni fra lo sfondo in chroma key e il soggetto in primo piano siano netti (senza sfumature o ombre), altrimenti c’è il rischio di ottenere una specie di “effetto neve” tra i bordi delle due immagini sovrapposte.

Un esempio di Chroma Key lo abbiamo negli anni ‘90 con il comico Teo Teocoli che sfruttava questo effetto nelle sue gag del personaggio Felice Caccamo, in cui si presentava collegato da uno studio in chiave cromatica con un panorama di Napoli sullo sfondo, indossando una cravatta in chroma key, che veniva inesorabilmente “bucata” dalla telecamera.

La genesi dello spettacolo c’è stata dall’idea di Corsetti e Sorin che hanno trasportato la storia dell’opera su uno “story board” scritto e disegnato dai due registi, vi allego qualche immagine per farvi meglio capire il metodo utilizzato.

STORYBOARD 1/4
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L’impianto scenico prevedeva un palcoscenico interamente blu (pavimento, quinte e fondale) come un enorme set televisivo dove i cantanti svolgevano le loro azioni sceniche ripresi da una telecamera centrale installata su un sottile stativo per non essere troppo invasiva.

Sui lati del palcoscenico si alternavano dei modellini in scala, montati su appositi carrelli, che rappresentavano i vari ambienti dove si svolgeva la storia e che venivano ripresi da telecamere installate sui modellini stessi per poi essere messi come sfondo (background) ai cantanti.

Il tutto veniva poi proiettato su un grande schermo che sovrastava la scena, sopra le teste dei cantanti ad un altezza tale da non entrare nel campo visivo della telecamera centrale. 

Il software video utilizzato da Eric Perroys per realizzare l’effetto chroma key è Millumin , le telecamere Black Magic modello Micro studio BMG e il trasporto del segnale in fibra ottica.

Allego lo schema video per una migliore comprensione che mi è stato gentilmente concesso da Eric.

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Per realizzare la pianta luci per quest’opera ho prima di tutto preso visione della pianta dello spazio scenico sul palcoscenico del Teatro lirico di Cagliari, per capire la posizione dello schermo, le posizioni dei modellini, le posizioni delle telecamere e il raggio di azione dei cantanti.

Poi ho preso contatto con Andrea Ledda, attuale responsabile tecnico del teatro, con il quale ho già lavorato in passato e con il quale ho instaurato un buon rapporto personale e di lavoro, mi ha fornito la lista dei materiali a disposizione in Teatro e un grande supporto tecnico con una squadra di tecnici  di alto livello.

Il Teatro lirico di Cagliari è un teatro tecnicamente ben organizzato con un parco luci ampio e tecnologicamente all’avanguardia che va dai proiettori tradizionali come i sagomatori Etc Source4 e  proiettori a lente Fresnell fino a proiettori motorizzati di ultima generazione Clay Paky e Highend e consolle luci di ultimissima generazione come la Grand MA3 Full size.

Andrea Ledda (direttore tecnico) e Roberto Onnis (operatore GrandMA)

Avevo la necessità di realizzare un piazzato di luce diffusa che fosse il più omogeneo possibile, per far funzionare il meglio possibile il Chroma key, su tutto il palcoscenico comprese le quinte ed il fondale tranne nelle zone laterali di proscenio dove venivano posizionati i modellini e dove ho potuto realizzare una luce più settoriale e circoscritta.

Per la realizzazione del piazzato principale di luce diffusa ho utilizzato un mix di proiettori a lente Fresnell con gelatina Lee201 e dei proiettori motorizzati wash Aleda k20 della Clay Paky.
Per togliere le ombre sotto il mento e sotto il cavallo dei cantanti, generate dalle luci dall’alto, ho utilizzato dei sagomatori Etc Source4 con gelatina Lee201 e NC (no color) montati di taglio sulle classiche torrette tipiche della danza.

Per l’illuminazione del fondale e delle quinte scenografate blu ho utilizzato le intramontabili Domino da 1000w della Spotlight con gelatina Lee200.
Per quella dei modellini ho potuto utilizzare dei proiettori motorizzati di tipo Profile dato che erano posizionati in una zona non interessata dal Chroma key.

Ho dovuto utilizzare anche una ribaltina a led ai piedi della telecamera centrale con lo scopo di eliminare le ombre sotto gli occhi e sotto il mento dei cantanti quando si avvicinavano per essere ripresi in primo piano.

Vi allego un video realizzato dal Teatro Lirico di Cagliari:

Dedico questo articolo a tutti i tecnici del Teatro Lirico di Cagliari che hanno lavorato con me a questo progetto.

È stato un lavoro molto interessante e ci tenevo molto a condividerlo con voi, amici di Musicoff.