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Gli anni ’80 e “quel” riverbero spiegati in un video

A volte ritornano è il titolo di una raccolta di Stephen King, il famoso scrittore dell'orrore. Ma è oramai anche un modo di dire comune, quando qualcosa, che si considerava morta e sepolta, riaffiora dal passato.Negli ultimi anni il ritorno agli anni '80 è praticamente in tutto. Tornano le mode nei vestiti, tornano

A volte ritornano è il titolo di una raccolta di Stephen King, il famoso scrittore dell’orrore. Ma è oramai anche un modo di dire comune, quando qualcosa, che si considerava morta e sepolta, riaffiora dal passato.
Negli ultimi anni il ritorno agli anni ’80 è praticamente in tutto. Tornano le mode nei vestiti, tornano i videogames con le piccole console portatili che ricreano i fasti delle originali (si fa per dire…), tornano o arrivano ex novo film e serie tv, da Guerre Stellari a Blade Runner alla oramai già serie di culto Stranger Things.

Tornano gli anni ’80, incredibile a dirsi, anche nella musica. E, immancabile, inesorabile, torna anche lui: il gated reverb sulla batteria.

Di cosa si tratta? Lo avrete sentito tutti, è quel tipico riverbero applicato sulle batterie di praticamente tutta la musica di quel decennio, in alcuni casi talmente usato da trasformare un colpo di rullante in una sorta di frustata.

Pensare che questo tipo di riverbero fu inventato per caso/errore, nel 1979 durante le registrazioni dell’album omonimo (Melt per gli amici…) di Peter Gabriel. Alla batteria sedeva Phil Collins, suo ex compagno di band nei Genesis, che per sbaglio suonò un paio di colpi sullo strumento mentre era aperto il microfono per il talkback tra regia e sala di registrazione.
Il risultato? Un effetto riverbero molto veloce con la coda troncata di netto, che non sembra più un vero e proprio effetto secondario sul suono, ma si fonde con esso e crea una timbrica strumentale tutta nuova.

L’esempio simbolico e più famoso arriva poi proprio con Phil Collins e la sua “In the Air Tonight“. Da lì in poi, si rompono letteralmente le dighe e la musica viene inondata da questo tipo di sonorità.
Non mancano, oltre alle batterie vere, quelle elettroniche effettate in tal modo, vi basti ascoltare Prince che ha portato l’uso ben oltre i livelli “normali”.

Oggi vi proponiamo un video davvero ben fatto in cui viene spiegato tutto quanto detto finora e anche molto altro. Una sintesi per capire da dove arriva quel suono che oggi, nel 2017, è tornato in centinaia di produzioni.
C’è da esserne felici? Beh, quello decidetelo da soli…