Ok, fermati un momento ed immaginati l’Antica Grecia. Non so te, ma personalmente mi vengono in mente templi, colonne, teatri, statue per poi arrivare ai filosofi con la barba. Un’immagine piuttosto chiara, bianca come il marmo, canuta come le raffigurazioni pittoriche degli antichi saggi.
L’aspetto forse più straordinario è che il tempo ha con buona probabilità sbiadito la maggior parte dei colori delle sculture e dei templi. L’Antica Grecia insomma era più variopinta di quello che possiamo immaginare e vedere oggi.
Tutto ciò che ho detto riguarda le varie arti che hanno reso rimarchevole questo arcipelago. Nei vari secoli a seguire la Grecia è rimasta un modello centrale per Roma. Lo stesso Cristianesimo ha attinto dal pensiero ellenico ed è stata anche protagonista di una riscoperta nel Rinascimento.
Se per la Scultura, la Filosofia, l’Architettura possiamo ancora prendere appunti dai Greci, cosa possiamo dire della Musica? Può sembrare strano, ma l’arte sonora sembra non avere avuto la stessa importanza delle sue sorelle.
Nei precedenti episodi abbiamo fatto la conoscenza degli aspetti musicali teorici e attraverso questi sono emerse delle influenze considerevoli che ci portano al di fuori dall’Arcipelago greco. Per gli strumenti cosa possiamo dire?
Beh, secondo Curt Sachs, uno dei più importanti musicologi del primo Novecento, sembra che tutti gli arnesi sonori utilizzati in Grecia vengano dall’esterno.
Non ti trattengo molto perché nel video avremo modo di comprendere meglio.
Antichi e affascinanti strumenti
In ogni caso i più importanti strumenti utilizzati nell’antica società ellenica sono stati importati da fuori.
Pensiamo ad esempio alla Lira, celebre cordofono composto quasi interamente da parti animali: corde in budello, cassa di risonanza tradizionalmente fatta con carapace di tartaruga coperta da pelle tesa, i bracci e i sostegni realizzati dalle corna. Bene, di questo strumento abbiamo già precedenti attestazioni mesopotamiche e persiane.
Così come la Kithàra, che noi possiamo chiamare comodamente Cetra e che differenzia dalla Lira per forme, dimensioni e la cassa di risonanza in legno.
Lo strumento forse più iconico dell’Antica Grecia è il Doppio Aulòs. Aerofono a due condotti molto particolare che si suona impugnando le canne con le rispettive mani, mentre con la bocca si immette il fiato per far vibrare la doppia ancia. Proprio l’ancia doppia ci suggerisce che non si tratta di un flauto, bensì di un oboe. Almeno stando alla moderna classificazione degli strumenti.
Su questo strumento ci sarà un episodio speciale, per cui non mi dilungo oltre…
Ricordate all’inizio quando ho parlato di una Grecia più colorata? Bene, attraverso questi strumenti entriamo all’interno di musiche molto particolari, variopinte, spirituali.
Il suono insistente dell’Aulòs, che grazie anche alla respirazione circolare permette un suono durevole e penetrante, ci restituisce un mondo greco estatico, all’insegna del Dio Dioniso. Divinità dell’ebrezza, della liberazione dei sensi. L’Aulos, così come il Dio Dioniso, è fortemente imparentato con quella regione dell’Anatolia chiamata Frigia.
Ma questi non sono chiaramente gli unici strumenti utilizzati nell’Antica Grecia. Vi invito quindi a guardare il video per scoprirne altri.
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