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Strymon Timeline filter

La degradazione sonora secondo lo Strymon Timeline

Aggiungere dei filtri al nostro delay permette di creare sfumature particolari, come è possibile farlo con il Timeline?

Come abbiamo visto per il Mobius, non è una novità che molto spesso si cerchi di ottenere delle sonorità “vetuste” attingendo a un sistema di degradamento del suono, quindi per simulare quello di un vecchio apparecchio (o addirittura una vecchia radio!)..

Molto spesso si tende anche a unire il suono di una chitarra a quello dei filtri che fanno parte più del mondo dei sintetizzatori, ma che risultano utili per poter ottenere le suddette sonorità particolari.
Per queste necessità nascono quindi i due ultimi algoritmi dello Strymon Timeline, il Lo-Fi e il Filter.

Come abbiamo spiegato nella puntata del Mobius il suono viene campionato internamente alla macchina e passa attraverso il processore che aggiunge l’effetto e quindi il modo in cui viene degradato il segnale è lo stesso.

Stesso discorso va applicato al Filter per quanto riguarda la gestione dei filtri di envelope e del comportamento dell’LFO, che tratta il segnale in entrata che passa appunto per il Low Filter Oscillator e permette quindi di applicare il suono (appunto) del filtro.

Per quanto riguarda le opzioni possibili con il Lo-fi, abbiamo:

  • Parametro 1 – Bits Depth: abbassa da profondità in bit del nostro segnale processato, rendendolo meno definito e aumentando il rumore
  • Parametro 2 – Sample Rate: abbassa la frequenza di campionamento del segnale, tagliando gli estremi di banda
  • Parametro 3 – Filter: taglio del filtro da applicare al nostro segnale che simula delle macchine “vecchie” come piccole radio o televisioni
  • Parametro 4 – Vynil: applica l’effetto di rumore di fondo tipico dei dischi in vinile
  • Parametro 5 – Mix: bilanciamento tra il segnale puro e quello processato dall’algoritmo

Per l’algoritmo Filter abbiamo:

  • Parametro 1 – LFO: seleziona da una varietà di forme d’onda LFO per controllare l’inviluppo del filtro del segnale ritardato (Triangle, Square, Sine, Ramp, Saw, Up, Down e Random)
  • Parametro 2 – Speed: seleziona la ratio al quale la LFO traccia il tempo di ritardo
  • Parametro 3 – Depth: seleziona la profondità o l’intensità dello sweep del filtro
  • Parametro 4 – Filt Q: regola la Q, o risonanza, del filtro 
  • Parametro 5 – Location: decide la posizione dell LFO se prima o dopo il circuito di Delay
  • Parametro 6 – HiPass: applica un filtro passa-alto da a 40 Hz fino a 900 Hz

Ora, è difficile trovare degli accostamenti effettivi per questi due tipi di suoni, per quanto riguarda il Lo-Fi un esempio che ho avuto (ed è ancora l’unico che mi sia passato per le mani) è il LEM di Mastrovalvola, che in un insieme di Delay e ambienti utilizzava un bitcrusher.
Pur tuttavia in questo caso parliamo di simulazioni di degradazione che ricordano alcuni “passaggi sperimentali” che potevano essere effettuati in studio di registrazione, come per esempio ottenere i delay utilizzando delle cassette (ovviamente senza tutto il routing del caso). Può essere una bella arma per chi cerca di tenere un suono più da “chilling music” o per alcuni suoni più azzardati o sperimentali, o perchè no per alcuni utilizzi pop.

Il filter è invece il suono più vicino a quello di un sintetizzatore analogico, per certi versi mi ha ricordato il suono del Moogerfooger (attualmente non più in produzione) e che permette di emulare il suono di una macchina non specificatamente per chitarra.
Nonostante il timeline sia una macchina usata anche su dei synth, questo tipo di suono è tutto fuorché moderno e permette di poter ottenere sonorità più vintage oriented e (prendendo la cosa con le dovute distanze) meno fredde e plasticose.

Qui finisce il nostro viaggio con il Timeline prima di passare all’ultima macchina del blocco, ovvero il capomastro dei riverberi di casa Strymon, il Big Sky.

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