Il suono del pickup di chitarra, banjo, mandolino e violino gareggia con quello di un buon microfono grazie agli Impulse Response creati su misura.
Il suono del pickup di chitarra, banjo, mandolino e violino gareggia con quello di un buon microfono grazie agli Impulse Response creati su misura.
Come tanti altri musicisti ho vissuto il periodo in cui sono comparsi i primi trasduttori a contatto e altri pickup per amplificare gli strumenti acustici. Negli anni settanta, epoca d’oro del rock a ogni livello, l’obiettivo era quello di togliere dal palco pericolosi microfoni e allo stesso tempo consentire qualche passo in più allo strumentista meno timido.
Con la mia band dell’epoca suonavamo un mix di country rock acustico e bluegrass e i decenni a seguire hanno segnato la caccia al sistema più efficace nel riprodurre il suono dei nostri strumenti, chitarre, banjo, mandolini, violini.
Protagonisti di tutto il percorso – come è immaginabile – i limiti oggettivi dei pickup, in particolare dei trasduttori piezoelettrici. Anche il progressivo miglioramento della loro qualità e di quella dei relativi sistemi di preamplificazione non arrivava a eliminare certi difetti caratteristici, connaturati al modo stesso in cui viene catturato il suono.
Alla fine, dopo aver speso una quantità di soldi e provato praticamente tutto, ci siamo abituati al compromesso. Non rimaneva che accettare i limiti di questi sistemi, soprattutto su palchi privi del prezioso aiuto di un fonico professionale e senza impianti di alta qualità.
Eppure non è finita lì. La tecnologia si evolve nel tempo e oggi si può ottenere di meglio. La recentissima e inattesa scoperta del mondo degli Impulse Response applicati a strumenti acustici sta cambiando le cose in maniera anche radicale.
Ne abbiamo parlato già in un paio di articoli proprio qui a MusicOff, in particolare quello in cui Riccardo D’Acunto di DrapSound spiegava il suo progetto per la produzione di Impulse Response dedicati agli strumenti acustici, creati su misura per lo strumento specifico ed esportabili su qualsiasi pedale/pedaliera compatibile per l’uso dal vivo o in una DAW per la registrazione.
Dopo quei primi filmati, dedicati a chitarra acustica e resofonica, la mia naturale curiosità si è logicamente allargata ad altri strumenti che fanno (o hanno fatto) parte del mio percorso. Alla chitarra abbiamo dunque unito banjo 5 corde, mandolino e violino per creare un vero e proprio quartetto bluegrass.
Nel video è possibile cogliere con chiarezza le differenze – in alcuni casi eclatanti – fra il suono diretto del pickup e quello microfonico, ma è ancora più interessante ascoltare quanto si avvicini a quest’ultimo il suono del pickup “condito” con l’apposito IR.
Per cogliere pienamente l’effetto del trattamento sii consiglia di non limitare l’ascolto a speaker di dimensioni molto ridotte come quelli di un telefono o tablet, ma di ascoltare il suono della cosiddetta band – e in particolare quello dei singoli strumenti nella seconda parte del video – con un sistema a larga banda di frequenza.
I quattro strumenti utilizzati sono tutti dotati di un sistema di amplificazione passivo. È attivo solo nel caso della chitarra acustica, una Martin D18 dei primi anni sessanta dotata di pickup Fishman Natural con preamplificazione on-board.
Il banjo è un Gibson Mastertone amplificato con un pickup Fishman di prima generazione. A differenza degli altri – tutti sensori piezoelettrici – è magnetico e di conseguenza è quello con meno “difetti” evidenti, pur impoverendo sensibilmente la timbrica dello strumento.
Il mandolino, un Gibson A3 del 1921 che mi accompagna fedelmente da vari decenni, ospita un trasduttore LR Baggs a contatto, montato sul top nelle vicinanze del ponte.
Per il violino si tratta di un pickup The Realist, collocato fra ponte e piano armonico.
Anche in questo caso è un sistema di buona qualità, fra quelli più usati su questo tipo di strumenti, in cui l’uso dell’arco sulle corde aggiunge un ulteriore ostacolo da superare per ottenere un suono amplificato sufficientemente vicino a quello naturale.
Il segnale tradotto dai quattro diversi pickup è stato ripreso in ogni sessione separata contemporaneamente a quello realmente acustico catturato da un microfono Warm Audio WA87, fornendo a Riccardo D’Acunto il materiale necessario per creare poi gli IR personalizzati che sono stati sfruttati per il video.
Il punto da sottolineare è che si tratta di suoni reali e non virtuali, ottenuti analizzando ciò che uno specifico strumento è in grado di produrre acusticamente accanto a ciò che il pickup ne può ricavare. Mettendo assieme i due fattori in maniera opportuna è possibile arrivare a un risultato decisamente migliore di quanto possa offrire il solo trasduttore a contatto.
La differenza si misura nella qualità microfonica acquistata in termini di dinamica, ariosità, spazialità del suono. In una parola, naturalezza. La possibilità di ascoltare e sfruttare la voce dello strumento quasi al naturale senza i limiti di un microfono esterno è impagabile.
Il bello è che i costi sono molto ridotti e in questo modo per salire su un palco è sufficiente sfruttare uno dei sempre più numerosi pedali o pedaliere in grado di caricare IR esterni. Con il vantaggio di poter aggiungere il giusto riverbero o EQ, se non spingersi addirittura a osare con effetti di tipo più “invasivo”.
Un mondo intero da esplorare.
Maggiori informazioni sulla realizzazione di IR personalizzati direttamente da Drap Sound.
IR per un quartetto acustico Bluegrass
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