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Routing – Riccardo Onori Live Rig Pt.1

Salve a tutti i musicoffili, sono Pierangelo Mezzabarba e una decina di anni or sono ho fondato, insieme a Marco Masotti, la Masotti Guitar Devices; dato il nostro tipo di produzione, che si occupa di tutta la gestione del segnale della chitarra, ho avuto la possibilità di poter collaborare con alcuni dei più grandi

Salve a tutti i musicoffili, sono Pierangelo Mezzabarba e una decina di anni or sono ho fondato, insieme a Marco Masotti, la Masotti Guitar Devices; dato il nostro tipo di produzione, che si occupa di tutta la gestione del segnale della chitarra, ho avuto la possibilità di poter collaborare con alcuni dei più grandi musicisti di questo paese nella costruzione di pedaliere e rigs di vario genere.
La mia esperienza ora vorrebbe diventare una specie di diario con una serie di articoli firmati MusicOff destinati ai maniaci del suono e della gestione del segnale. Non solo, si propone, attraverso grafici e in parole semplici, di comunicare l’idea che sta alla base delle soluzioni adottate anche a chi non si ritiene esperto nel settore. Girovagando per il web ho sempre trovato moltissime spiegazioni su buffer, looper, alimentazioni, line mixer e quant’altro, ma le cose che mi appassionavano erano sempre le applicazioni pratiche. Ho pensato dunque di proporre alcuni esempi di come tutte queste soluzioni possono essere inglobate in un set-up reale, ragionato e, poi, utilizzato. Il set-up scelto è quello di Riccardo Onori, per l’Ora Tour 2011-12 di Jovanotti (modificato di poco per il prossimo Tour 2013, che si effettuerà negli stadi), sicuramente uno dei set-up più complessi che io abbia mai costruito, ma anche uno dei più completi e ben gestiti. Tanto che può essere preso come spunto ed ottimo esempio per qualsiasi applicazione in questo senso. Il rig si compone di due parti principali, che studieremo in modo separato. Una sezione Pedalboard, composta a sua volta di due pedaliere modulari; una sezione Main Rack composta a sua volta di una sezione pre con dei pedali, e una post, con gli effetti usati nell’FX Loop. Nella pedaliera i pedali scelti sono stati i seguenti: WahWah Vox, Whammy Digitech, Boss CS2 compressor, Fulltone FullDrive overdrive, EH Small Stone phaser, EH Clone Theory, Chorus/Vibrato, Boss TU2 tuner. L’idea base dell’organizzazione è stata semplice: minore degradazione possibile del segnale e, allo stesso tempo, la possibilità massima di interazione tra musicista ed effetti. Per il controllo (via MIDI) è stata scelta una Voodoo Lab Ground Control Pro, pilotata in Slave (cioè in cascata) da una Ground Control gemella gestita dal bravissimo backliner di Riccardo, Max Flego, quando il chitarrista si ritrova lontano dal proprio set-up. Ma di questo particolare si parlerà in un altro articolo. Per minimizzare la degradazione del segnale si è fatto uso dei seguenti oggetti:

  • Buffer in ingresso alla pedalboard 1
  • Wah Pad G-Lab per il Vox Wah
  • Wah Pad G-Lab adattato per il Whammy
  • Buffer in uscita dalla pedalboard 1
  • Looper TB6 per la gestione del segnale della pedalboard 2

L’ingresso della pedalboard 1 è previsto tramite una Patch Box (una scatola di interfacciamento) che, nel caso, assolve diverse funzioni:

  • ingresso audio generale del sistema
  • scelta dell’input, tra cavo diretto e radio, motivo per il quale è stato inserito un footswitch di selezione delle due opzioni, con relativo led di status
  • distribuzione delle alimentazioni che arrivano tramite un cavo custom XLR 6 poli dalla Pedalboard 2, evitando in questo modo trasformatori vicino al wah, sempre sensibile ai flussi dispersi
  • Buffer di ingresso con switch di attivazione
  • Buffer di uscita con switch di attivazione
  • MIDI IN per i preset del Whammy
  • Output, interfacciamento audio con l’esterno

Sono stati quindi alloggiati sulla pedaliera la ricevente del radiojack (Line6 G30) e i Pad G-Lab, ottimi per rendere true-bypass sia il Wah che il Whammy, visto che hanno un ottimo trattamento del segnale e sono facili da usare, attivandosi con la semplice pressione del piede. Si arriva quindi alla Pedalboard 2, il cuore del sistema a terra, sia perché incorpora la pedaliera MIDI, sia perché gestisce la totalità delle alimentazioni. Il primo oggetto in catena è una Custom Interface che permette molte funzioni, in qualche caso simile alla precedente Patch Box:

  • ingresso audio generale della Pedalboard 2
  • input e output MIDI (4)
  • Send-Return del loop 3 del TB6
  • Send-Return del loop 6 del TB6
  • Output, interfacciamento audio con l’esterno, isolato o non isolato (2 out)

Il principio è sempre lo stesso: la pedaliera rimane cablata su se stessa e risulta pratica da cablare per la data live. Questa Custom Interface è passivo ed è pilotata dai buffer della Pedalboard 1. Lo stesso TB6 è passivo e si occupa di richiamare nella catena del segnale i vari pedali ad esso collegati, via footswitch o via MIDI.
In questo modo Riccardo Onori ha la possibilità di memorizzare dei paesaggi (preset) oppure di agire in tempo reale sul TB6 per delle modifiche ai preset o per delle soluzioni aperte alla massima improvvisazione. Un po’ come si fa con i CC MIDI. Allo stesso tempo il TB6 permette di passare nei pedalini solo se richiamati nella catena del segnale, minimizzando le perdite. Il set-up è così configurato: Loop 1: Boss CS2 compressor Loop 2: Fulltone FullDrive overdrive Loop3: vuoto (durante il tour è stato aggiunto un Distortron Z-Vex) tramite Custom Interface Loop 4: EH Small Stone phaser Loop 5: EH Clone Theory, Chorus/Vibrato Loop 6: vuoto (in seguito è stato aggiunto un Analog Delay Boss) tramite Custom Interface Boss TU2 tuner, in serie al segnale, ottimo per mettere in muting il sistema pedaliere (al momento del cambio chitarra o dell’accordatura) e per pilotare con il proprio buffer interno il segnale fino al rack, dall’uscita dalla Custom Interface. Allego altri due grafici al video, per chiarire al meglio la gestione del segnale, in questo caso opportunamente differenziata con i colori, per permettere qualsiasi intervento a tempo di record. Intervento che non è stato comunque necessario nelle ben 75 date dell’Ora Tour. Perché una delle cose fondamentali di questi sistemi è che nulla si deve rompere. Quindi è importante la flessibilità, è fondamentale la qualità del segnale, ma l’affidabilità… è tutto.Pierangelo Mezzabarba>>>> VAI ALLA SECONDA PUNTATA