La notizia è di quelle che scuotono il mondo degli strumenti musicali: Thomann, colosso tedesco della vendita di strumenti musicali, ha preso possesso di Hughes & Kettner, storica azienda produttrice di amplificatori ed effetti per chitarra.
Thomas Blug, chitarrista nonché progettista e dimostratore del marchio, ha dato il via al tam-tam in rete con un video, aggiungendo una serie di riflessioni sul futuro di uno dei brand più riconoscibili ma allo stesso tempo, a suo giudizio, meno compresi del settore.
Un marchio iconico, ma poco compreso
Fondata nel 1984, Hughes & Kettner si è subito distinta per aver realizzato il primo amplificatore completamente programmabile al mondo, una pietra miliare che oggi sembra scontata ma che all’epoca rappresentò una vera rivoluzione.
Solo cinque anni dopo, nel 1989, l’azienda introdusse un’altra innovazione fondamentale: la Red Box, primo simulatore di cassa per chitarra, aprendo la strada a quella che oggi è una prassi consolidata.
Nonostante queste intuizioni pionieristiche, Hughes & Kettner non ha mai raggiunto la stessa notorietà di altri marchi iconici. Se tutti riconoscono a colpo d’occhio e d’orecchio un amplificatore Marshall, Orange, Vox o Fender, pochi sanno descrivere il timbro caratteristico di un Hughes & Kettner.
Una mancanza di riconoscibilità sonora che probabilmente ha pesato molto sulle vendite e sulla diffusione del marchio, anche tra i modelli virtuali dei moderni simulatori di amplificatori.
Le sfide di marketing e la paura del cambiamento
Il pubblico chitarristico, si sa, è notoriamente restio al cambiamento. Fender e Gibson continuano a produrre strumenti praticamente identici a quelli degli anni ’50, Marshall ancora vende i suoi JCM. In questo contesto, Hughes & Kettner ha faticato a imporsi, complice anche una non fortissima presenza di artisti di fama internazionale tra i suoi utilizzatori.
L’ultima vera campagna di successo risale al 2018, con il lancio del Black Spirit 200, che vide la collaborazione di numerosi youtuber. Un’operazione che suscitò grande interesse ma che non ebbe continuità: oggi quel modello è stato ritirato dal mercato, rimanendo disponibile solo nella versione floor unit.
L’impatto della gestione Thomann
Con una sola sede fisica ma una presenza online capillare, Thomann è considerato il più grande rivenditore di strumenti musicali al mondo. L’azienda ha già dimostrato di saper gestire un marchio con successo grazie al fenomeno Harley Benton, brand entry-level capace di superare le barriere del concetto di “marchio di fabbrica”.
Tuttavia, Hughes & Kettner è un caso diverso. A differenza di Harley Benton, spesso basato su prodotti OEM, Hughes & Kettner realizza prodotti propri, con investimenti significativi in ricerca e sviluppo e una gamma di prodotti che spazia dal segmento entry-level a quello premium. Resta da capire se Thomann manterrà questa impostazione o se tenderà ad avvicinare il brand a una logica più “Harley Benton”.
Un vantaggio certo per Hughes & Kettner sarà la potenza d’acquisto di Thomann, che consente al distributore tedesco di proporre prodotti a prezzi altamente competitivi, come avviene già con le casse Harley Benton dotate di altoparlanti Celestion.
Cosa ci aspetta nel futuro
Un interrogativo importante riguarda il mantenimento della vocazione progettuale di Hughes & Kettner. Come ha ricordato Blug, l’azienda ha saputo proporre nel tempo soluzioni che hanno anticipato il mercato. C’è la speranza che Thomann non snaturi questa filosofia ma anzi rilanci alcuni prodotti storici, come l’apprezzato Rotosphere, rieditandolo magari in un formato più pratico per le moderne pedalboard.
La sensazione diffusa è che, nonostante i rischi, Thomann abbia tutte le carte in regola per far crescere il marchio. Le dimensioni e l’influenza del distributore renderebbero difficile un fallimento. Ma è altrettanto vero che la crescente concentrazione del mercato in poche mani solleva interrogativi sulle possibili conseguenze per la concorrenza e, in ultima analisi, per i consumatori.
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