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Chitarra Archtop: l’armonia di legni e pickup

L'uso delle colle nella costruzione delle chitarre è un aspetto che richiederebbe un lungo approfondimento. In questa sede basti sapere che ogni liutaio utilizza vari tipi di colla a seconda dell'applicazione. Le colle a caldo di origine animale, che ancora oggi sono le uniche impiegate nella realizzazione dei violini

L’uso delle colle nella costruzione delle chitarre è un aspetto che richiederebbe un lungo approfondimento. In questa sede basti sapere che ogni liutaio utilizza vari tipi di colla a seconda dell’applicazione. Le colle a caldo di origine animale, che ancora oggi sono le uniche impiegate nella realizzazione dei violini, sono state quasi del tutto abbandonate nella costruzione delle chitarre a favore di prodotti sintetici altamente performanti e più semplici da trattare, come i collanti alifatici o epossidici.

A cassa chiusa viene applicato il letto, quel bordo protettivo di varie fogge e più o meno elaborato, che viene incollato a scopo di rinforzo lungo tutto il perimetro della chitarra dopo aver scavato una sede adatta ad accoglierlo.

Il manico è generalmente costruito in acero o mogano ed innestato alla cassa con un incastro a coda di rondine nello zocchetto superiore della cassa. Nella chitarra Archtop produce un angolo rispetto alla cassa che determina la pressione delle corde sul ponte. La lunghezza della corda vibrante dal capotasto al ponte, detta scala, determina la misura dei tasti e la lunghezza della tastiera, generalmente in ebano o palissandro, e quindi più in generale l’enfatizzazione di certe frequenze rispetto ad altre. All’interno del manico, sotto la tastiera, viene inserita una barra filettata regolabile, introdotta e brevettata all’inizio del ‘900 dalla Gibson, chiamata truss-rod, o barra di torsione, che serve ad equilibrare in senso opposto la tensione che le corde applicano al manico.

Il ponte viene tenuto in posizione dalla pressione delle corde come nei violini e non incollato. È il punto d’appoggio delle corde e quindi il tramite attraverso cui si trasmette la forza impressa sulle corde alla tavola armonica prima e a tutto il “sistema chitarra” poi. Con una simile presentazione non può che essere evidente la sua importanza. La sua forma, le dimensioni e i materiali con cui viene costruito influenzano profondamente il suono finale dello strumento. Queste considerazioni hanno portato il grande liutaio newyorkese Jimmy D’Aquisto negli ultimi anni della sua attività ad approfondire lo studio e la sperimentazione di questo elemento fondamentale.

Il pick up, o magnete, è il sistema comunemente utilizzato per l’amplificazione della chitarra. Anche se non strettamente necessario e non esclusivo, soprattutto negli ultimi anni di grandi evoluzioni tecnologiche, rimane comunque il più diffuso. Semplificando, esso è costituito da un elemento magnetizzato attorno a cui sono avvolte alcune migliaia di spire di filo di rame. Il movimento della corda su di esso modifica il campo del magnete che viene trasformato in impulso elettrico a bassissimo voltaggio. Il segnale elettrico così ottenuto viene poi trasferito tramite l’uscita jack della chitarra a un sistema in grado di amplificarlo a sufficienza e di trasformarlo in segnale acustico.

Generalmente per la chitarra Archtop si preferisce un solo pick up al manico, che produce un suono più rotondo e morbido rispetto a quello al ponte.

Questo articolo è tratto dal libro La Chitarra Jazz Suoni e Colori scritto a quattro mani con l’amico liutaio Erich Perrotta.