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Le diteggiature – E Shape

Ciao a tutti musicoffili, con questa nuova serie di articoli cercheremo di catalogare ed analizzare le principali diteggiature delle scale maggiormente utilizzate; innanzitutto partiamo dal presupposto che esiste un numero assai ampio di scale (pentatoniche, esafoniche, eptafoniche e così via) e, in particolare pe

Ciao a tutti musicoffili, con questa nuova serie di articoli cercheremo di catalogare ed analizzare le principali diteggiature delle scale maggiormente utilizzate; innanzitutto partiamo dal presupposto che esiste un numero assai ampio di scale (pentatoniche, esafoniche, eptafoniche e così via) e, in particolare per il nostro strumento, un numero ancora più ampio di diteggiature per poterle eseguire.A meno che il nostro cervello non sia in grado di farlo, sarebbe praticamente impossibile impararle tutte perfettamente a memoria. Tale concetto si estende ovviamente anche per lo studio, classificazione e siglatura degli accordi. Con questa premessa non sto affermando che sia inutile allenare la memoria immagazzinando svariate forme, al contrario è fondamentale per facilitarvi meccanicamente mentre suonate, sia che si tratti di improvvisazione che di lettura a prima vista.Ciò che mi preme chiarire è l’importanza di memorizzare queste forme secondo un senso logico e analitico nella loro costruzione . Di sicuro, a scuola è capitato a molti di sentirsi dire: “è inutile imparare a memoria le cose senza capirne il senso!” . Magari quando dovevate imparare una poesia. Risulta naturale che, chi si sofferma sull’analisi di quanto ha imparato, riesce a carpirne il vero contenuto.Il mio intento consiste quindi nell’aiutarvi a ricavarle tramite un metodo che prevede l’applicazione di due concetti fondamentali, grazie ai quali costruire una qualsiasi tipologia di scala diverrà un gioco semplicissimo:

  • Teoria degli intervalli
  • Accordi e sistema CAGED

Non potendoci soffermare troppo a lungo sulla trattazione di questi due argomenti,poiché ci allontaneremo dal cuore della nostra discussione, vi consiglio vivamente di visitare gli articoli Vademecum Lick of the Week Pt.1 e Pt.2.In ogni caso, per agevolarvi durante i ragionamenti che faremo, vengono riportati di seguito in maniera riassuntiva:1) la “Tavola degli intervalli”, nella quale le distanze sono in semitoni con rispettivo esempio a partire dalla nota DO come basso.La legenda degli intervalli per le diteggiature sarà la seguente:R (Root) = nota radice / tonica, = maggiore, b = minore o diminuita, # = aumentata, p (perfect) = giusta.2) lo schema del “Sistema CAGED” con un esempio dell’accordo di DO maggiore traslato nelle varie posizioni (appunto DO, LA, SOL, MI, RE).In questi primi articoli tratteremo le seguenti scale eptafoniche:Il concetto fondamentale che deve assolutamente essere chiaro è il seguente: ad ogni posizione di accordo è corrispondente una diteggiatura di scala.Mi spiego meglio! Se volessimo suonare la scala di DO maggiore cercate innanzitutto di ricreare l’accordo di DO sulle diverse posizioni del sistema CAGED (come mostrato nello schema precedente) e successivamente sappiate che al di sopra di ognuna di queste 5 forme sarà possibile ricavarvi una diteggiatura della medesima scala. L’accordo viene quindi considerato come lo scheletro di partenza: 5 forme d’accordo = 5 forme di scala!Nonostante la terminologia delle forme sia CAGED, nella classificazione delle diteggiature viene considerata come “forma 1” quella di MI poiché si tratta del primo accordo che solitamente si impara a trasportare e si sviluppa su tutte e 6 le corde. Il sistema a questo punto prenderà il nome di “Sistema EDCAG”.Le prime diteggiature che tratteremo saranno le forme base in posizione stretta. Successivamente verranno presentate anche le strutture late che tendono a fondere le posizione degli accordi.Dopo questo prologo infinito passiamo quindi all’aspetto pratico.Posizione 1: “E shape”Innanzitutto impariamo a suonare le tre triadi principali in posizione MI. Di seguito troverete degli esempi: l’accordo di LA maggiore, quello di LA minore ed infine la triade diminuita. Al di sopra della forma maggiore ricaveremo le tre scale maggiori: ionica, lidia e misolidia. Al di sopra di quella minore: eolia, dorica e frigia. Infine la locria corrispondente all’accordo diminuito.Passiamo ora alla seconda fase nella quale, come esempio, prenderemo in considerazione la scala maggiore di LA maggiore (LA, SI, DO#, RE, MI FA#, SOL#) costruita mediante i seguenti intervalli: 1, ∆2, ∆3, p4, p5, ∆6, ∆7.Proviamo a suonare e memorizzare singolarmente i vari intervalli che costituiscono questa scala.Ed ora siamo giunti alla terza ed ultima fase: collegando i vari punti vedremo nascere la scala maggiore (ionica) nella sua prima forma in posizione MI per l’appunto.Dopo questo esempio in LA maggiore di seguito troverete le varie diteggiature delle scale trattate in questa prima serie di articoli. Adottando il medesimo sistema per le successive scale e facendo attenzione all’accordo di base (maj, min o dim) ed ai corrispettivi intervalli, riusciremo a ricavarci secondo un senso logico-teorico le altre strutture. Ed il gioco è fatto!Come potrete notare per ogni grado è indicato il relativo intervallo e, a destra della tastiera, le note corrispondenti. Vi ricordo inoltre che, in allegato ad ogni articolo, troverete i file per GuitarPro 6 delle scale prese in considerazione. In particolare: un file contenente le tre diteggiature maggiori ed uno le quattro minori.Riassumendo il tutto, i passaggi fondamentali per lo studio di una diteggiatura sono i seguenti:

  • Accordo generato sul I grado della scala e corrispettiva forma (EDCAG)
  • Memorizzazione consapevole degli intervalli a partire dalla tonica (Root)
  • Collegamento dei punti

Mi raccomando: per ottenere una perfetta visualizzazione del manico è necessario traslare tutte queste diteggiature a partire da diversi tasti.Spero di esservi stato d’aiuto! Vi assicuro che, dopo parecchi anni dedicati all’insegnamento, considero questo metodo di analisi e costruzione delle forme il migliore in assoluto. Per qualsiasi domanda, precisazione o, perché no, anche dibattito su modi differenti di vedere le cose vi aspetto sul forum.
Intanto vi saluto e ci aggiorniamo al prossimo articolo nel quale tratteremo la posizione 2: D shape.Stefano Maroelli