Fusion Experience è un nome che va preso alla lettera, almeno quando si parla del quartetto formato da Dave Weckl, Richard Bona, Michael Lecoq e Ciro Manna.
Abbiamo incontrato quest’ultimo durante una tappa del tour al Crossroads, per una chiacchierata su ciò che sta portando con sé in questa esperienza artistica e umana.
Un rig pensato per la coerenza sonora
Chi conosce Ciro sa che non lascia nulla al caso quando si tratta del suo suono. Anche in questo tour, il chitarrista campano ha costruito un setup che gli permette di preservare la propria identità timbrica a prescindere dalla location: dai club agli stadi, passando per i teatri.
Il cuore della catena è il Neural DSP Quad Cortex, con profili realizzati in collaborazione con Giacomo Pasquali e Emanuele Sereni di Boutique Tones.
Manna utilizza il sistema in configurazione stereo con due DV Mark Power Cab, casse che considera perfettamente coerenti con i cabinet su cui i suoni sono stati profilati.
“Siamo al 90-95% dell’originale, ho ritrovato le stesse dinamiche nelle mani”, ha dichiarato Manna, evidenziando quanto il lavoro di profilazione sia stato accurato. Per compensare la “mancanza d’aria” tipica del digitale puro, Ciro non prende la linea diretta dal Quad Cortex, ma microfona i coni sul palco, recuperando così un minimo di “analogicità”.
Il suono di Ciro sul palco è strutturato attorno a quattro scene principali, ciascuna costruita per adattarsi ai diversi momenti del repertorio. Ma per i dettagli vi lasciamo alla visione del video.
Suonare con i giganti
Oltre agli aspetti tecnici, Manna ha raccontato il lato più umano del progetto Fusion Experience. La collaborazione con Richard Bona è ormai decennale, ma l’incontro con Dave Weckl è avvenuto solo di recente, durante la presentazione di un disco di Angelo Mastronardi. Da lì è nata l’idea di costruire una band vera e propria, arricchita dalla presenza di Lecoq.
“Lo scambio di informazioni ti può soltanto arricchire”, ha affermato il chitarrista, sottolineando quanto sia stimolante suonare con musicisti di tale levatura, non solo per il bagaglio tecnico ma per lo scambio culturale continuo.
Cos’è davvero la fusion?
Chiude con un pensiero che riassume perfettamente lo spirito del progetto: “La vera musica fusion è contaminazione di cose belle, che messe assieme provano a tirare fuori qualcosa di bello nel suo totale”.
Un’idea tanto semplice quanto potente, che va oltre le etichette stilistiche. La fusion, in questo senso, non è un genere, ma un modo di intendere la musica: aperto, curioso, libero.
Per l’intervista completa a Ciro Manna vi lasciamo al video pubblicato in cima a questo articolo.
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