;
HomeStrumentiBasso - DidatticaNavigare la tastiera del basso come un pianoforte, i consigli di Dario Deidda

Navigare la tastiera del basso come un pianoforte, i consigli di Dario Deidda

Un metodo per vedere il basso come un sistema completo, studiando la tastiera come se fosse un pianoforte.

Alcuni bassisti suonano come se avessero il manico stampato negli occhi. Ogni nota è al suo posto, ogni intervallo è raggiunto con naturalezza. Non si muovono in “posizioni”, ma in uno spazio fluido, continuo, che attraversano in orizzontale e in verticale come se stessero digitando su una tastiera di pianoforte. Non cercano, trovano. Non indovinano, visualizzano.

Questo modo di suonare non nasce dalla fortuna o dal talento, ma da una visione precisa dello strumento: il basso come un sistema completo, senza zone opache né automatismi ciechi. Una visione che unisce tecnica, forma mentale e consapevolezza armonica, e che Dario Deidda esplora con profondità e concretezza nel suo corso My Way, pubblicato su Musicezer.

Il basso non è solo groove: è anche “pianismo”

In un passaggio del suo corso, Deidda dice una cosa che può sembrare folle, ma che in realtà cambia tutto:

“Abbiamo intitolato questo capitolo ‘La tastiera del basso’ come la tastiera del pianoforte. Credo sia un obiettivo arduo da raggiungere, ma non impossibile.” (Dario Deidda)

Ecco il punto. Il basso, spesso visto solo come strumento ritmico, può diventare anche uno strumento armonico e melodico a tutti gli effetti. Ma per farlo, bisogna uscire dalla logica a blocchi, quella per cui conosciamo una scala in una zona e basta.

Invece, serve sviluppare una visione orizzontale, fluida, dove ogni nota è collegata alla successiva, senza interruzioni, come fosse una tastiera di pianoforte.

Il problema non è la tecnica, ma come viene usata

Il primo ostacolo è culturale: la maggior parte degli studenti di basso studia per “zone” o “forme”. Ma queste zone, se non collegate da una visione d’insieme, diventano recinti. Non c’è vera padronanza se non si è in grado di spostarsi liberamente tra un Do al terzo tasto della corda di La e un Do due ottave sopra sulla corda di Sol.

Il secondo ostacolo è mentale: si tende a pensare in termini verticali, cioè sulle corde, e non in orizzontale, lungo di esse. La linea melodica viene spezzettata, le dita si muovono ma non hanno una direzione precisa. Il risultato è un suono meccanico, scollegato.

Il terzo ostacolo è pratico: la memoria muscolare viene allenata solo a metà, e l’orecchio non si abitua a pensare “per intervalli” e non per pattern. Si finisce a suonare scale o arpeggi come esercizi, senza la consapevolezza del suono che si sta producendo, né del perché si sta scegliendo quella nota in quel punto.

La soluzione? Pensare come un pianista, suonare da bassista

Per superare questi limiti, Deidda propone un metodo che unisce visualizzazione, simmetria e mobilità continua. L’obiettivo è acquisire un controllo completo dello strumento, non solo tecnico ma anche mentale e musicale.

Il punto di partenza è lo studio di esercizi tratti dal metodo “Anon”, che nel corso My Way vengono adattati per sviluppare una padronanza a due ottave, sia in verticale che in orizzontale. A questo si aggiunge una componente fondamentale: l’ascolto attivo del proprio suono e la ricerca della simmetria tra le posizioni.

“Lo studio di Hanon credo sia uno studio tecnico abbastanza completo, perché oltre ad aiutare la corretta diteggiatura della mano sinistra, può dare un ulteriore slancio allo studio della mano destra.” (Dario Deidda)

Il risultato è uno strumento che diventa un’estensione della mente: ogni scala diventa visibile, ogni tonalità diventa accessibile in tempo reale, ogni spostamento ha un senso.

Tre esercizi per iniziare a vedere la tastiera in modo nuovo

1. Hanon verticale “classico”
Prendi un esercizio semplice (es. scala di Do maggiore) e suonalo verticalmente su due corde per volta, rispettando sempre la diteggiatura indicata. Sali e scendi lentamente. Focalizzati sulla qualità del suono.

2. Hanon orizzontale a due ottave
Stesso esercizio, ma stavolta su una corda sola. L’obiettivo è usare le quattro dita della mano sinistra e imparare a gestire gli spostamenti. Fallo in tutte le tonalità.

3. Scala cieca
Prendi una scala qualsiasi e trasponila in tempo reale in un’altra tonalità. Fai questo esercizio a occhi chiusi o guardando il soffitto. Ti obbliga a pensare le note, non solo le posizioni.

Allenarsi a vedere oltre il tasto

Non c’è bisogno di aggiungere nuove tecniche se non si sa ancora bene dove ci si muove. Imparare a visualizzare la tastiera come un tutt’uno è il primo vero salto di qualità. Non è un esercizio noioso, è un cambio di prospettiva. Una rivoluzione silenziosa.

Per chi vuole approfondire, il corso My Way di Dario Deidda è un viaggio personale dentro questo approccio. È uno di quei rari casi in cui un musicista che suona davvero a livelli altissimi, riesce anche a spiegare in modo chiaro e sincero come ci è arrivato.

E adesso tocca a te. Prova questi esercizi. Osserva come ti muovi sul manico. E poi raccontacelo: ti sei mai sentito più libero nel suonare? I commenti sono qui sotto per questo. E se ti sei incartato su un passaggio, scrivilo pure: a volte basta cambiare prospettiva per sbloccare tutto.



MUSICOFF NETWORK

Musicoff Discord Community Musicoff Channel on YouTube Musicoff Channel on Facebook Musicoff Channel on Instagram Musicoff Channel on Twitter