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Basso a 5 corde: una guida per chi parte da zero e pro/contro della quinta corda

Guida completa al basso a 5 corde: differenze tecniche, esercizi per iniziare, pro e contro per scegliere consapevolmente.

Chiunque si avvicini per la prima volta al basso elettrico potrebbe chiedersi se valga la pena iniziare direttamente con un modello a 5 corde. La risposta non è univoca e dipende da diversi fattori, tecnici ma anche stilistici e personali.

In questa guida raccogliamo alcuni punti fondamentali e video consigliati per orientarsi, facendo chiarezza su differenze pratiche rispetto al basso a 4 corde, primi esercizi utili, vantaggi, svantaggi e soprattutto riflessioni per scegliere in modo consapevole.

Cos’ha in più (e cosa cambia davvero)

L’elemento più evidente è la presenza di una quinta corda, solitamente un Si grave (B), che estende l’estensione dello strumento verso il basso. Alcuni scendono addirittura a un La (A), accordando anche le altre corde un tono sotto. Ci sono anche casi in cui qualcuno sceglie di guadagnare un’estensione di accordatura più alta, ad esempio un Do acuto (ovviamente sulla prima corda).

L’aggiunta di una corda comporta però anche modifiche strutturali: il basso a 5 corde tende a essere più pesante, con spaziatura tra le corde più stretta, dettaglio che influisce sul playing del musicista.

Per molti bassisti l’approccio iniziale risulta disorientante: ciò che era una posizione abituale sulla quarta corda ora è scalata verso l’alto, e l’aggiunta di una corda può mandare in crisi la memoria muscolare. Inoltre, la gestione del rumore indesiderato richiede maggior cura, specialmente nella muta delle corde non suonate.

Esercizi semplici per iniziare

Un primo passo utile è suonare il basso a 5 corde come se fosse un 4 corde, usando la corda in più come appoggio per il pollice. Questo aiuta a familiarizzare con la tastiera senza fretta. In seguito si possono introdurre esercizi mirati, come la scala di Do maggiore a due ottave partendo proprio dalla corda di Si, oppure arpeggi che sfruttano l’estensione aggiuntiva.

Esercizi semplici ma efficaci includono:

  • scale in ottava con tre posizioni
  • arpeggi maggiori (es. C-E-G-B)
  • groove ripetuti prima suonate con le quattro corde classiche, poi traslate un’ottava più in basso

Tutti esercizi che aiutano a costruire consapevolezza sia teorica che fisica dello strumento.

Tecnica della mano destra: muting e “floating thumb”

Uno degli aspetti più delicati riguarda la tecnica del muting, ovvero la capacità di silenziare le corde non utilizzate per evitare ronzii e rumori parassiti. Sul cinque corde, la tecnica più comune per risolvere questo problema è la “floating thumb”: il pollice non resta ancorato ma si sposta lungo le corde inferiori, appoggiandosi sempre su quella subito più grave rispetto a quella suonata.

Questo approccio migliora pulizia del suono, ergonomia e controllo, specialmente su strumenti con spaziatura ridotta. Sebbene non sia indispensabile per tutti, può diventare una risorsa chiave per affrontare la complessità tecnica del 5 corde.

A chi può servire davvero

Non tutti hanno bisogno di un basso a 5 corde. Se suoni prevalentemente rock classico, funk, soul o Motown, la corda di Si potrebbe restare praticamente inutilizzata. In questi casi, il peso extra e la complessità dello strumento potrebbero rivelarsi un limite più che un vantaggio.

Al contrario, generi come gospel, metal moderno, fusion, pop attuale fanno largo uso delle note gravi extra. Anche per musicisti professionisti o turnisti è spesso una scelta funzionale: alcune parti sono scritte specificamente per il 5 corde, o richiedono una gamma più estesa senza ricorrere a continue accordature alternative.

Oppure no: perché potresti farne a meno

Esistono argomentazioni valide per restare sul 4 corde. Prima fra tutte, la varietà timbrica: molti strumenti iconici e sonorità classiche sono nate sul quattro corde, che resta più diffuso e spesso più espressivo in certi contesti.

Inoltre, è possibile estendere l’estensione del basso anche senza una corda in più: tramite meccaniche drop-tuner (es. Hipshot), accordature ribassate o l’uso di effetti a pedale specifici.
Per alcuni bassisti, il passaggio al 5 corde porta più confusione che vantaggi, soprattutto se non si ha la disciplina per studiarne a fondo l’estensione (come sempre: no pain, no gain).

Meglio aspettare?

Molti insegnanti suggeriscono di iniziare con un 4 corde, acquisire solide basi, e solo in un secondo momento valutare il passaggio al 5. Altri ritengono che si possa cominciare direttamente col 5 corde, purché si abbia ben chiaro che lo strumento richiede più attenzione tecnica.

La scelta finale, quindi, non è dettata da una regola assoluta ma da ciò che suoni, da cosa ti serve davvero e da quanto sei disposto a metterti in gioco. L’importante è non seguire mode o presunti “livelli” da raggiungere: un basso a 5 corde non è un passaggio obbligato, ma uno strumento in più per chi ne ha bisogno.

Se poi il nostro cuore è davvero rapito da questa configurazione, può diventare uno strumento dal suono “orchestrale”….

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