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Si può fare musica senza suonare uno strumento?

Dire oggi che si può comporre senza "sapere nulla" di teoria musicale, o comunque avendo una conoscenza limitata, per molti potrà suonare come la peggiore delle eresie.

Dire oggi che si può comporre senza “sapere nulla” di teoria musicale, o comunque avendo una conoscenza limitata, per molti potrà suonare come la peggiore delle eresie.

Però il mondo va avanti, e con la tecnologia attuale è possibile comporre anche con poche conoscenze, se si ha abbastanza estro e creatività. Sono nati molti hardware e software dedicati allo scopo, oggi come non mai acquistabili veramente da chiunque.

Lo do per sottinteso, ma repetita iuvant, il fatto che oggi sia possibile comporre qualcosa senza avere grandi o normali conoscenze di teorie musicali, non vi giustifica dal non aprire mai un libro di teoria, armonia o solfeggio; infatti, prima o poi, come è successo a tanti artisti famosi “nati dal nulla”, a un certo punto dovrete veicolare il vostro tempo in libri e lezioni per superare il muro che vi può diversificare dagli hobbysti.

Detto ciò, oggi è possibile utilizzare determinati apparecchi in modo tale da avere il risultato di un accordo o di un intero arpeggio, premendo solamente un tasto, un esempio lampante lo possiamo riportare con la Chord Mode delle tastiere Native Instruments, le quali permettono di comporre a piacimento tutti gli accordi che vogliamo fino ai più complessi, stessa cosa vale per Maschine, altra macchina potentissima di Native che utilizza gli oramai diffusissimi pad.

Alcune case produttrici nel corso degli anni sono diventate dei veri e propri capisaldi del settore. Per produrre musica senza alcun supporto di tipo teorico serve innanzitutto un software che permetta di registrare (definito col nome di DAW, Digital Audio Workstation) e che ci permetterà quindi di poter gestire i nostri suoni, alcuni tra i più famosi sono:

  • Reaper
  • Studio One 
  • Cubase
  • Logic Pro
  • Pro Tools

Con questi software possiamo optare per due tipologie di composizione, quella classica dove componiamo tutte le parti che vogliamo, oppure quella tramite cui ci compone attraverso dei loop che vengono messi a disposizione da librerie e servizi online in maniera gratuita o a pagamento.

Un altro elemento che può rendere la cosa molto più snella dal punto di vista del workflow, è l’utilizzo di un controller MIDI e/o di una groovebox.
La differenza tra questi due hardware è sostanzialmente nella forma, dato che negli ultimi anni le differenze in ambito di utilizzo dei software sono sempre più sottili e in base a ciò con cui si ha più dimestichezza (una tastiera o un pad) si può cominciare a fare musica attaccando il vostro controller al computer attraverso la presa apposita e collegandolo al vostro software.

Riportiamo qualche articolo di esempio: 

Quindi abbiamo capito che le necessità non sono esorbitanti in termini di costi o ingombri, va però messo in conto un tempo di apprendimento per avere un workflow fluido e proficuo.
Vediamo un paio di esempi.

Il noto software ha delle potenzialità interessanti per quanto riguarda una composizione veloce di parti non estremamente complesse, abbiamo visto in più di un’occasione cosa possiamo ottenere con Ableton Live e il suo relativo hardware Ableton Push.

Partiamo da un qualcosa di estremamente semplice come le triadi, che non per forza necessitano una conoscenza della musica troppo accademica, in questo caso con la groove box di Ableton possiamo non solo suonare tutte le triadi che ci servono, ma anche i loro rivolti, cioé lo stesso tipo di accordo ma con diverse disposizioni delle note al basso e al canto.

Leggi tutto l’articolo “Come suonare le triadi e i rivolti con Ableton Push”

Un punto altrettanto importante oltre l’armonia è la ritmica, in questo caso parliamo di un uso di Ableton Live per creare un ritmo organico e omogeneo per le nostre esigenze, senza per forza cercare un batterista o un loop preconfezionato che non fa quello che ci serve.

Leggi tutto l’articolo “Come creare un ritmo organico con Ableton Live”

Leggi l’articolo “Come si crea un pianoforte ibrido con Ableton Live”

NATIVE INSTRUMENTS

L’azienda tedesca è, come Ableton, uno dei colossi portanti della produzione musicale del nuovo millennio, da anni le librerie software, e il suo comparto hardware da poco aggiornato, hanno portato le possibilità di diventare dei piccoli producer con poche centinaia di euro.

Cominciamo da quello più utile e molto probabilmente più semplice da utilizzare, ovvero Machine, la sua versione MK3 (che comprende anche la sua versione Mikro) può facilmente essere il centro del vostro studio.

Leggi l’articolo “Come usare il controller Maschine MK3 per fare musica”

Ma non esiste solo la Machine, anche la tastiera Komplete Kontrol permette una serie di funzionalità che sono utili sia in ambito studio che ambito live, come abbiamo già visto.

Leggi l’articolo “Cosa succede a utilizzare insieme Kontrol e Maschine”

Questo insieme di possibilità sia software che hardware permettono una serie di opportunità che molti prima sognavano, soprattutto se guardiamo indietro prima dell’ultimo decennio, dove non era immaginabile una simile qualità in termini di suoni o di opzioni possibili a un prezzo tutto sommato abbordabile.

E voi, usate qualcuno di questi o altri mezzi? Se sì, quali?
Rispondete nei commenti qui sotto!