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DPA 4055

DPA 4055: festeggiare 30 anni con un mic? Si può!

Da tre decenni la DPA offre una gamma di microfoni derivati dal background della casa madre Brüel & Kjær, che vanta oltre cento anni nel campo dei sistemi di misura audio e vibrazioni…

…talmente autorevoli da essere diventati ormai lo standard per i professionisti, inclusi gli italiani TCA, come il mio assistente e compagno di sperimentazione Valerio Atturo, iscritto dal 6 maggio come n.12180 (rimando la spiegazione dettagliata di questo codice numerico in calce all’articolo).

Un pizzico di storia…

Nel 1992 Morten Stove e Ole Brosted Sorensen, allora impiegati in Brüel & Kjær, rilevarono la sezione Pro Audio e si lanciarono nel campo della microfonia professionale per studi con i caratterizzati da alimentazione esterna a 130V.
In realtà non fu un tuffo al buio perché già nel 1989 il cardioide B&K 4011 aveva ricevuto un TEC Award… cui hanno fatto seguito molti altri.

La storia della DPA si evolve nel tempo fino all’acquisizione di dicembre 2018 da parte del gruppo RCF, che ha tuttavia lasciato la manifattura in Danimarca.
La novità di questa estate è stato il 4055, il primo microfono specifico per cassa della batteria e frequenze basse…

DPA 4055

Un condensatore sulla cassa??

Sento l’eco di un grido inorridito «Un condensatore sulla cassa!»
Certo la massa di oscurantisti, pigri, braccinicorti e di quelli che “non era nella scheda tecnica” non ha confini, a noi piace sperimentare per decidere cosa ci piace e cosa non, oltre i “3 modelli standard” (niente contro di loro, a volte li abbiamo usati perché davano la risposta chiesta dai musicisti)… altro sassolino tolto…

Cominciamo leggendo cosa scrive la DPA nelle sue pagine web: “grazie al suo design asimmetrico, il 4055 è facile da posizionare sia all’interno che all’esterno della cassa. Questo microfono è molto versatile e consente di trasformare completamente il tuo sound design, semplicemente spostando il microfono o cambiandone l’angolazione.

Il microfono per cassa DPA 4055 di nuova concezione è un microfono a gradiente con polarità “cardioide aperta”, ossia tra “cardioide largo” (o sub-cardio) e “cardioide”, pertanto esibisce un effetto di prossimità inferiore a quello di un microfono cardioide.
Tuttavia mostra una risposta completa alle frequenze inferiori, anche a distanza e offre al fonico la libertà di posizionare il microfono alla una distanza ottimale senza che la pelle vibrante influenzi troppo la ripresa del microfono.

Il classico test con la cassa della batteria è stato superato molto agevolmente: a mio avviso (e non solo mio, visto quanti fonici pro lo hanno scelto immediatamente, scombinando le schede tecniche di molti tour importanti del 2022!) il DPA 4055 ha offerto un suono decisamente interessante e soddisfacente per un’ampia gamma di applicazioni (non solo rock o pop).

Però volevo andare un po’ oltre la classica prova e ho convocato il mio amico Carmine Bruno per una sessione con i suoi tamburi a cornice, che da 25 anni scandiscono e arricchiscono il suono della NCCP. Per la sessione principale Carmine ha portato il suo nuovo gioiello realizzato in collaborazione con Biagio Panico: un tamburo a cornice da 16” molto profondo, quindi in grado di fornire una forte pressione anche alle frequenze inferiori. Dopo diverse prove abbiamo scelto di usare anteriormente il DPA 4055, inclinato verso il bordo del tamburo.

Nel video che abbiamo realizzato nel 3rd ear lab la ripresa posteriore è a carico dello Schoeps MK2S (anche se il 4055 anteriore aveva già fornito un suono completo) oltre al nostro sistema originale di microfoni ambientali, che ci ha consentito di aver bisogno di un intervento di riverbero plugin ridotto al 3%.

Conclusioni

Posso ribadire che la risposta del DPA4055 è stata decisamente all’altezza delle nostre aspettative e dell’autorevolezza del marchio, sia con la classica cassa di batteria, che con tamburi a cornice, surdu di diverso diametro, ecc eccConsiglio spassionatamente a tutti di provarlo, quantomeno per scoprire un suono diverso da cassa e tutti gli altri strumenti ricchi di frequenze inferiori.

Quello strano numero…

Come vi avevo detto all’inizio, ora vi spiego cosa significa la frase “Valerio Atturo, iscritto dal 6 maggio come n.12180“.

I Tecnici Competenti in Acustica (TCA) sono l’unica figura professionale definita per legge (26 ottobre 1995, n. 447 e aggiornata con il Decreto legislativo 17 febbraio 2017, n. 42) idonea ad effettuare le misurazioni, verificare l’ottemperanza ai valori definiti dalle vigenti norme, redigere i piani di risanamento acustico, svolgere le relative attività di controllo in materia acustica.
Per chiunque sia interessato, esiste un elenco unico nazionale contenente i dati ed i contatti di tutti i TCA abilitati alla professione.

I corsi in acustica per tecnici competenti, con esame finale, sono tenuti da università, enti o istituti di ricerca, albi, collegi e ordini professionali; tuttavia, per l’iscrizione all’elenco nazionale e quindi all’abilitazione occorre essere in possesso di laurea o laurea magistrale in determinati indirizzi, prevalentemente campi scientifici, ingegneristici ed architettonici (elencati con precisione nel D.Lgs 17 febbraio 2017, n.42).

I tecnici TCA spesso si affidano a questo marchio perché è uno dei pochi al mondo in grado di realizzare dispositivi di classe 1 prescritta dalla legge italiana per le misure acustiche con validità legale.
L’intera catena di misura in classe 1 dovrà essere sottoposta a taratura periodica biennale obbligatoria da parte di enti accreditati dallo Stato.
Il grado di accuratezza e i parametri garantiti dall’attrezzatura in classe 1 sono definiti nella norma CEI EN 61672 (2003) “Elettroacustica – Misuratori del livello sonoro – Parti 1,2,3”.