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Stereofonia: dalla scoperta alle moderne microfonazioni

Nel lontanissimo 1881 a Parigi fu dimostrata l'invenzione di Clément Ader chiamata Théâtrophone: il primo sistema di diffusione sonora stereo basato su due cornette telefoniche per consentire agli abbonati di ascoltare esecuzioni di opera e teatrali; questo impianto fu commercializzato in Francia dalla Compagnie du

Nel lontanissimo 1881 a Parigi fu dimostrata l’invenzione di Clément Ader chiamata Théâtrophone: il primo sistema di diffusione sonora stereo basato su due cornette telefoniche per consentire agli abbonati di ascoltare esecuzioni di opera e teatrali; questo impianto fu commercializzato in Francia dalla Compagnie du Théâtrophone fino al 1932.

Pochi mesi prima il 14/12/1931, strane coincidenze della storia, Alan Dower Blumlein presentò il brevetto “Improvements in and relating to Sound-transmission, Sound-recording and Sound-reproducing Systems”, accettato il 14/6/1933 con GB patent 394.325.

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Nato nel 1903 Alan mostrò subito il suo ingegno sistemando il campanello di casa all’età di sette anni, preludio ai 128 brevetti originali che lo fecero considerare fra i più geniali ingegneri ed inventori del suo tempo nonostante la morte prematura a neanche 39 anni.

A 25 anni ottenne la laurea BSc con il massimo dei voti e iniziò a lavorare presso il reparto di ricerca della Columbia Graphophone, poi acquisita dalla EMI.

Tre anni dopo ci fu l’incidente che lo portò a sviluppare la ripresa e la riproduzione stereo; la storia narra che mentre guardava un film con la moglie Doreen fu contrariato dal fatto che il suono non corrispondesse a ciò che accadeva sullo schermo, infatti con il singolo set di altoparlanti per la riproduzione dei primi film sonori spesso capitava di vedere un attore su un lato dello schermo mentre la sua voce proveniva da un altro!

Photo by Spudgun67CC BY-SA 4.0

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Photo by BMizCC BY-SA 3.0

Alan disse alla moglie di aver trovato il modo per far sì che il suono seguisse l’attore sullo schermo perché aveva intuito che sarebbe stato più realistico se la registrazione audio fosse avvenuta tramite due microfoni.

Dopo il brevetto realizzò le colonne audio stereo per i film “Trains At Hayes Station” (di nuovo il treno, dopo i Lumière), con il suono dei treni della stazione di Hayes ripresi da una finestra della EMI, e “The Walking & Talking Film tuttora un interessante esempio semplificativo per questa tecnica di ripresa; dal punto di vista musicale la prima ripresa importante fu la registrazione della Sinfonia n. 41 in Do maggiore K 551 di Mozart diretta da Sir Thomas Beecham negli Abbey Road Studios nel 1934.

Come avrete visto in alcuni miei articoli precedenti sono un fan sfegatato di Alan e ho letto con piacere che il 12/2/2017 i suoi eredi hanno ricevuto il Technical Grammy (vezzeggiativo di Gramophone) durante il 59° Grammy Award tenutosi allo Staples Center in Los Angeles.

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Sono un fan sfegatato perché adoro la tecnica di ripresa che porta il suo nome, detta anche Blumlein Pair che prevede l’uso di due microfoni a nastro (caratterizzati dalla ripresa “8” per la membrana in alluminio che riprende il segnale anteriore e posteriore e non rende possibile altri tipi di ripresa, tranne alcuni microfoni a nastro che usano un’elettronica interna per l’uso come ipercardioide) sovrapposti e angolati di 90° uno rispetto l’altro e angolati di 45° rispetto alla sorgente, come la coppia di AEA Nuvo N8 della foto sopra.

La scelta dei microfoni a nastro dipese dalla allora scarsa diffusione, dovuta all’elevato costo, dei microfoni a condensatore; ovviamente la recente riduzione di costo dei microfoni a condensatore ora ne consente l’uso (senza alcuna controindicazione) anche per questa tecnica di ripresa.

A patto di conoscere bene l’ambiente di ripresa, possiamo affermare che dal punto di vista sonoro questa tecnica presenta molti vantaggi in termini di maggior realismo nella ripresa dell’ambiente e del suono e minori problemi in riproduzione (in particolare nella fase) rispetto alle altre tecniche di ripresa stereo. Come nel seguente video di esempio, realizzato con la mia consulenza e i miei due microfoni sE Electronics Rupert Neve Ribbon 1, che si vedono chiaramente intorno ad 1′.

Ovviamente questo è un “punto di partenza”, perché secondo l’ambiente e l’organico altre tecniche di ripresa stereo possono dare risultati migliori (a presto un paio di articoli sulle tecniche di ripresa stereo) e prendo la palla al balzo per parlare di un’altra tecnica messa a punto da Alan anche se stavolta ha un nome spersonalizzato: M/S (o Mid/Side); anche questo brevetto prevedeva l’uso di due microfoni coincidenti sul piano verticale per produrre un segnale completamente compatibile mono, indispensabile per i limiti della maggior parte degli impianti di riproduzione di allora.

Il brevetto originale di Alan prevedeva un microfono omnidirezionale (anche se nel corso del tempo si è iniziato a usare un microfono cardioide invece dell’omni) indirizzato verso la sorgente sonora (“Mid”) ed un microfono bidirezionale (“Side”) laterale le cui capsule sono impilate verticalmente e fatte convergere il più possibile, per minimizzare l’eventuale filtraggio a pettine dovuto alle differenze dei tempi di arrivo alle capsule.

I segnali di sinistra e di destra sono prodotti tramite una semplice matrice: sinistra = Mid + laterale, destra = Mid – laterale (“meno” significa si somma il segnale laterale con polarità invertita), come vedete nella figura si può ottenere ciò sia tramite il mixer, dividendo il segnale “Side” e mandandolo in controfase a destra, che tramite decoder specifici… a volte incorporati nei microfoni stessi, come lo Shure VP88.

Cover photo by Per GoscheCC BY 2.0