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Batteristi che si prendono cura delle proprie gambe

Dedichiamo questa serie di puntate ai nostri amici batteristi, parlando di un distretto anatomico di cui si è sempre parlato poco, ma di fondamentale importanza per suonare la batteria: il polpaccio.

Parliamo quindi di una patologia tipica dei batteristi, la tendinopatia achillea – chiamata anche tendine d’Achille, con alcuni suggerimenti di esercizi terapeutici, di rinforzo e di riscaldamento.

Facciamo prima di tutto un po’ di chiarezza su cosa sia questo tendine e dove si trova: Il nome tallone d’Achille deriva dalla mitologia greca: la madre di Achille, aveva ricevuto una profezia della morte di suo figlio; allora lo immerse nel fiume Stige per proteggerne il corpo dai pericoli. Tuttavia, lo tenne con la mano per il suo tendine, il che significa che l’acqua non toccò questa parte del suo corpo, il quale rimase quindi vulnerabile. Durante la guerra di Troia, Achille fu colpito su quel tendine da una freccia avvelenata scagliata da Paride, che lo uccise.

Il nome comunque clinico di questa parte è tendine calcaneale, che è il tendine comune ai 2 muscoli che costituiscono il polpaccio, ovvero il gastrocnemio ed il soleo.

È il più grosso ed il più forte del corpo, inizia verso la metà della gamba e gradualmente si assottiglia verso il basso, fino a raggiungere la faccia posteriore del calcagno.

Una cosa interessante da dire, è che Il tendine può ricevere uno stress di carico quasi 4 volte superiore il peso del corpo mentre si cammina e quasi 8 volte il peso del corpo in corsa. 
Ecco il motivo per il quale è difficile soffrire di una tendinite in questa zona ma, l’eccessivo sovraccarico senza pause (per esempio sessioni molto lunghe di studio) o senza alcun tipo di allenamento, possono portare a dolore ed infiammazione.

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Ecco quindi il primo esercizio che vi farà perdere pochi minuti, ma che risulta essere molto efficace sia nel caso vogliate rinforzare la zona, sia nel caso di riabilitazione.

Avete bisogno di un rialzo (uno scalino va benissimo), posizionatevi con le punte dei piedi sull’estremità dei esso in modo tale che i talloni siano liberi. Spostate il peso indietro abbassando i talloni per poi imprimere forza sul polpaccio per alzare le punte dei piedi.

Nel caso l’esercizio fosse facile, possiamo aumentarne la difficoltà trattenendo con i piedi un peso. Per un buon risultato, eseguire 4 serie da 15-20 ripetizioni con 40 secondi di pausa tra una serie e l’altra.

Come sempre vi ricordiamo che gli esercizi proposti sono solo degli spunti pratici. Per un programma adeguato alle esigenze delle singole persone è sempre meglio rivolgersi ad un professionista del settore che possa eseguire un’anamnesi adeguata e redigere un piano adeguato alle personali esigenze.

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