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Etichette discografiche contro CloudFlare: battaglia vinta

Le case discografiche italiane hanno vinto la loro battaglia legale contro CloudFlare, che ora ha 30 giorni per adeguarsi.

Sul fronte antipirateria oggi una freccia è stata scoccata contro CloudFlare, una delle reti web più grandi al mondo, basti considerare che gestisce circa 35 milioni di richieste HTTP al secondo.

In che modo questo tipo di servizio si leghi alla pirateria musicale non è per tutti scontato, quindi riportiamo le parole di Francis Moore, ovvero il CEO di IFPI (International Federation of the Phonographic Industry), che rappresenta l’industria discografica in tutto il mondo e che si è coordinata con le italiane FIMI (Federazione Industria Musicale Italiana) e FPM (gruppo antipirateria):

I servizi di CloudFlare rendevano possibile agli utenti l’accesso ai siti web in violazione del copyright che erano stati bloccati da AGCOM, l’autorità italiana per le garanzie nelle comunicazioni. Questi siti sottraggono entrate ai servizi musicali licenzati e, in definitiva, a coloro che investono e creano musica. Ordinando a CloudFlare di interrompere l’accesso a questi siti, il Tribunale di Milano ha emesso un’importante sentenza che riteniamo invii un chiaro messaggio ad altri intermediari online, i quali a loro volta potrebbero essere soggetti ad azioni se i loro servizi venissero utilizzati per la pirateria musicale”. 

L’azione contro CloudFlare era stata intrapresa da parte di Sony Music Entertainment Italy s.p.a., Universal Music Entertainment Italy s.r.l. e Warner Music Italia s.r.l.
Il Tribunale di Milano ha emesso un provvedimento cautelare ordinando a CloudFlare di interrompere la fornitura di servizi agli utenti per l’accesso a tre siti BitTorrent in violazione dei diritti d’autore, gli stessi siti contro cui si era mossa AGCOM ordinandone il blocco. 

Come conseguenza, il Tribunale ha concesso a CloudFlare 30 giorni per impedire agli utenti di accedere ai quei siti, identificati attraverso il suo servizio DNS pubblico. Se tale termine non sarà rispettato, si attiverà automaticamente una sanzione giornaliera.
CloudFlare è inoltre tenuto a monitorare e bloccare nel futuro altri domini da cui questi siti potrebbero continuare le azioni illecite. 

La sentenza quindi è la conferma del lavoro di AGCOM in Italia nel programma di blocco dei siti dediti alla pirateria, un precedente di peso nei confronti di una delle maggiori reti internet mondiali e un segnale che chi ha il potere di farlo, deve intervenire e non voltarsi dall’altra parte.