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Quel dirigibile infuocato che incendiò il Rock

12 gennaio 1969, Londra. Nei negozi di dischi arriva il primo album di una band che si è appena formata dalle ceneri dei famosi Yardbirds.

Il nome della band all’inizio doveva essere proprio “The New Yardbirds”, conservando l’eredità portata dal chitarrista Jimmy Page e dal manager Peter Grant. Si sceglkie poi Lead Zeppelin e infine Led Zeppelin per evitare ambiguità di pronuncia della parola “lead”.

Sulla copertina dell’album è riportata proprio una foto in bianco e nero, raffigura uno Zeppelin incendiato. Si tratta del disastro dello Zeppelin LZ 129 Hindenburg, avvenuto nel 1937. Sarà una delle copertine simbolo di tutta la storia del Rock.

La foto originale del disastro dello Zeppelin, scatto fulmineo considerando che venne completamente distrutto in circa 30 secondi

Difficilmente un album di esordio è riuscito a dimostrare così tanta carica, creatività, bravura tecnica e, soprattutto, uno stile già maturo e proprio della band, cosa che di solito si costruisce in almeno un paio, se non più, di dischi.
Ma quello in tavola è un vero un poker d’assi: Page, Plant, Jones e Bonham. Ognuno di loro splende di luce propria. Si completano e si valorizzano a vicenda.

È l’inizio di qualcosa di veramente grande e se ne accorgono tutti. Gli appassionati di rock scoprono una band da amare incondizionatamente. I colleghi musicisti ammirano ma sono anche spaventati da questo nuovo gruppo sulla piazza, che pare avere le carte in regola per spodestare chiunque dal trono del rock.
Per molti è stata la più grande rock band di tutti i tempi. 

Noi preferiamo eliminare dalla nostra mente i pensieri “da classifica” e immergerci nella loro musica ancora una volta.

Ora chiudete gli occhi e immaginatevi nel 1969. Uscite dal negozio di dischi, correte a casa, scartate, mettete il disco sul piatto, date volume, abbassate la puntina e…