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American Pie e il destino del Rock

New York; in vetta alla classifica americana dei singoli arriva la canzone di un folksinger semisconosciuto. Per quattro settimane, "American Pie", cantata e composta da Don McLean, rimane fissa al numero uno.

È e rimarrà l’unico grande successo del cantautore, la cui carriera era cominciata a fine anni ’60 quando accompagnava il leggendario Pete Seeger nei suoi concerti a difesa dell’ambiente della regione del fiume Hudson.

“American Pie” quando esce su 45 giri viene divisa in due parti, una su ciascuna facciata: il motivo è la durata, ben otto minuti e mezzo, che non impedisce il successo del pezzo dovuto all’accattivante melodia, ma anche al testo misterioso e intrigante.  
Attraverso metafore e visioni di vario tipo, McLean traccia una autentica storia della musica rock, cominciando da quando muore Buddy Holly (“the day the music died”, il giorno in cui è morta la musica, come viene definito quel momento) fino ai suoi giorni, citando, seppur nascosti nelle pieghe del testo e nelle allegorie, i tanti protagonisti di questa musica, da Bob Dylan a Janis Joplin.
In realtà, “American Pie” è una dedica all’America stessa, alla perdita dell’innocenza e delle speranze che l’hanno sempre contraddistinta.

Negli anni si sono sprecati i tentativi di spiegare la canzone, con autentici dibattiti fra esperti. A domanda precisa, Don McLean ha semplicemente risposto: “Il significato di American Pie? Vuol dire che non dovrò mai più andare a lavorare”, riferendosi scherzosamente al fatto che grazie ai soldi guadagnati con quel brano, non ha più avuto problemi di ordine economico.

Nel 2000 “American Pie” è tornata in vetta alle classifiche grazie alla versione dance (e accorciata) fatta da Madonna.